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Cronaca Selva di Progno / Località Giazza

Profughi ospitati a Giazza, primo giorno di lavoro: puliranno e cureranno l'arredo urbano

Grazie a un accordo dei comuni di Selva di Progno e Badia Calavena con la prefettura, 22 profughi sono stati messi a lavorare per la comunità

Lunedì 8 giugno, i 22 profughi ospiti a Giazza dal 16 settembre hanno iniziato a lavorare per la pulizia e la cura delle aree verdi della zona. L'operazione è stata resa possibile grazie alla firma di un protocollo di intesa siglato dai comuni di Selva di Progno e Badia Calavena e dalla Prefettura. Gli ospiti sono stati attrezzati con con il vestiario da lavoro e gli accessori di sicurezza; il tutto è stato fornito dalla cooperativa Il Corallo, incaricata anche della loro assistenza.

I 22 profughi sono stati divisi in squadre di 5 membri. Una è assegnata a Giazza, una a Selva di Progno, un'altra a Badia Calavena e ben presto una quarta squadra inizierà a operare a Velo Veronese. Gli ultimi due comuni hanno dovuto stipulare una convenzione per il pagamento della copertura assicurativa contro gli infortuni e i danni a terzi.

Il compito assegnato ai profughi è quello di pulire e curare l'arredo urbano, cioè sfalciare l'erba nelle aree pubbliche e nei cimiteri, occuparsi della manutenzione delle staccionate e dei vialetti, tagliare rami, riverniciare ringhiere, pulire cuneette stradali e caditoie. La partecipazione al progetto è libera e ogni profugo ha sottoscritto un patto volontario di prestazione d'opera gratuita. Il contratto prevede un massimo di 20 ore settimanali e dura tre mesi. I partecipanti sono tutti maschi provenienti dal Bangladesh e hanno un'età compresa tra i 20 e i 35 anni. Stavano lavorando in Libia prima dello scoppio dei disordini successivi alla caduta di Gheddafi.

Come riporta il quotidiano L'Arena, il primo cittadino di Selva di Progno Aldo Gugole ha dichiarato: "È andato finalmente in porto un progetto a cui tenevo particolarmente perché queste persone non rimanessero in ozio tutto il giorno. In questo modo, possono dare al paese che li ospita l'immagine di essere disponibili a collaborare per la collettività. Purtroppo - continua il sindaco - i tempi si sono dilatati a dismisura per ragioni di tipo burocratico che non sono dipese da noi. Adesso non ci dovrebbero essere altri intoppi fino al mese di agosto, quando dovrebbe esserci il pronunciamento della Commissione incaricata di esaminare la loro richiesta di protezione internazionale e quindi decidere la loro destinazione".

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