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Cronaca Legnago

Processo Pfas: «Studi professoressa Facchin coerenti con la struttura del reato contestato di disastro»

Prosegue davanti alla Corte d’Assise del Tribunale di Vicenza, il procedimento giudiziario che vede imputati 15 manager Miteni, Icig e Mitsubishi Corporation, per l'inquinamento che ha colpito le province di Verona e Padova, oltre a quella berica

Il 26 gennaio si è tenuta un'altra udienza del Processo Pfas dinanzi alla Corte d’Assise del Tribunale di Vicenza, che ha visto deporre la professoressa Paola Facchin, docente universitaria e responsabile del registro nascite del Veneto. Il procedimento giudiziario vede imputati 15 manager Miteni, Icig e Mitsubishi Corporation, accusati a vario titolo di avvelenamento delle acque, disastro ambientale innominato, gestione di rifiuti non autorizzata, inquinamento ambientale e reati fallimentari.

Le conclusioni della professoressa Facchin, che giovedì ha risposto alle domande del Pubblico Ministero, indicherebbero chiaramente un eccesso di quattro patologie (diabete materno, preeclampsia, piccolo per età gestazione e malformazioni del sistema nervoso) nelle aree dove sono state riscontrate maggiori concentrazioni di Pfas nelle acque sotterranee. Dati, questi, che l'accusa sottolinea essere consistenti e coerenti con i dati epidemiologici e di sperimentazione sugli animali presenti nella letteratura.

Queste conclusioni, secondo l’avvocato Angelo Merlin, che con i colleghi Marco Tonellotto e Vittore d’Acquarone assiste Acque del Chiampo, Viacqua, Acquevenete e Acque Veronesi, sono coerenti con la struttura del reato di disastro contestato, il quale non richiede la morte o le lesioni delle persone ma che vi sia un pericolo per un numero indeterminato di individui.

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