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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Processo Agec Bis: inflitte le prime condanne per falso e abuso d'ufficio

Incarichi creati ad hoc e selezione sospetta del nuovo direttore di Agec: per gli imputati che hanno scelto il rito abbbreviato sono arrivate le condanne

Sono una decina gli imputati nel cosiddetto Processo Agec Bis riguardante la selezione sospetta del direttore generale nel 2012 e la presunta creazione di incarichi ad hoc. Tre di loro (Roberto Colognato, Corrado Fanton e Michele Martignoni) hanno deciso di non essere giudicati con rito abbreviato, perciò sono stati rinviati a giudizio al febbraio 2016, ma per gli altri sette è stata emessa la sentenza il 16 dicembre, come previsto.

Il giudice dell'udienza preliminare Livia Magri ha accolto in parte le richieste del pubblico ministero, infliggendo condanne per abuso d'ufficio e falso, ritenendo che la responsabilità per il concorso e gli incarichi ad hoc fosse di tutti gli imputati. In realtà, in questa prima parte del processo è stata assolta da tutte le accuse l'avvocatessa Francesca Tagliaferro, per la quale il Pm aveva chiesto una condanna di 2 anni e mezzo.

Su l'Arena il riepilogo delle condanne:

Giuseppe Venturini (all'epoca presidente di Agec) e l'ingegner S.T. sono stati inflitti due anni e due mesi; a Marco Carlesso (in qualità di presidente del collegio dei revisori)e Stefano Campedelli (direttore dei servizi istituzionali) un anno e sei mesi; un anno e due mesi la condanna per Pietro Foscarin, Luigi Franchi, Raffaello Leone e Gaetano Nicoli (tutti componenti del Cda dell'epoca). Solo S.T., Venturini, Carlesso e Campedelli dovranno risarcire Agec (tutelata da Massimo Leva) ma a stabilire il quantum sarà, eventualmente, il giudice del tribunale civile.

Tuttavia, per alcuni capi d'accusa, invece, gli imputati sono stati assolti. I dettagli ce li fornisce L'Arena:

Assolti tutti, invece, per i capi III e IV, ovvero l'abuso d'ufficio che per la procura si era concretizzato con l'adozione di una delibera che autorizzava il presidente Venturini a stipulare contratti integrativi individuali con S.T. e Tagliaferro nei quali si stabiliva la loro non licenziabilità, un aumento annuo di stipendio (28mila euro, per l'ex dg e 19.500 per l'ex responsabile dell'ufficio legale) il «congelamento» dello stipendio annuo per entrambi anche dopo la decadenza dall'incarico, la previsione di una indennità suppletiva a titolo risarcitorio o come incentivo all'esodo (500mila euro per S.T., 300mila euro per la Tagliaferro). Per questi due abusi d'ufficio il magistrato ha ritenuto che il fatto non sussistesse.

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