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Cronaca Centro storico / Via degli Alpini

In Gran Guardia arrivano i Maya. Tosi: "Un’esposizione di altissimo livello"

"Un’esposizione di altissimo livello – ha spiegato Tosi - con 300 pezzi della civiltà Maya, molti dei quali in anteprima assoluta; ci aspettiamo numeri davvero importanti"

“Siamo orgogliosi di poter presentare a Verona questo tributo ad una delle civiltà più misteriose e affascinanti della storia del genere umano” ha detto il Sindaco Tosi: “ringrazio Arthemisia Group per aver scelto la nostra città come prima e probabilmente unica tappa italiana di questa mostra ed Agsm per la preziosa collaborazione".

"Un’esposizione di altissimo livello – ha poi aggiunto Tosi - con 300 pezzi della civiltà Maya, molti dei quali in anteprima assoluta; ci aspettiamo numeri davvero importanti, sia per la qualità delle opere esposte, sia per l’interesse che da sempre suscitano la civiltà e la cultura Maya, tra le più avvincenti della storia del nostro pianeta”. Così il Sindaco di Verona Flavio Tosi alla presentazione alla stampa della mostra “Maya. Il linguaggio della bellezza”, che si è tenuta oggi alla Gran Guardia. Hanno partecipato la presidente di Arthemisia Group Iole Siena, il presidente di Agsm Fabio Venturi e la curatrice della mostra Karina Romero Blanco.

Si aprono dunque le sale di Palazzo della Gran Guardia al mistero e al fascino di una delle civiltà più interessanti dell’America precolombiana: con oltre 250 opere provenienti dai principali musei del Messico arriva la mostra Maya. Il linguaggio della bellezza, a partire dall’8 ottobre 2016 fino al 5 marzo 2017. Maya. Il linguaggio della bellezza è una mostra del Governo della Repubblica Messicana, del Ministero della Cultura del Messico e dell’INAH (Instituto Nacional de Antropología e Historia), l’istituzione più importante del Ministero della Cultura del Messico, ed è curata da Karina Romero Blanco.

Presentazione alla Stampa della mostra “Maya. Il linguaggio della bellezza”

A 18 anni di distanza dalla mostra del 1998 sui Maya di Venezia, torna in Italia il racconto della storia di un popolo che non cessa di affascinarci per le sue conoscenze matematiche, per i suoi raffinatissimi sistemi calendariali e per le sue realizzazioni artistiche. L’esposizione - risultato della particolare attenzione per le tematiche specificamente artistiche di questa civiltà - presenta sculture, stele monumentali, elementi architettonici, figure in terracotta, maschere in giada, strumenti musicali e incensieri, che daranno ai visitatori la possibilità di esplorare gli aspetti artistici di una delle civiltà più affascinanti della storia, attraverso il tema universalmente riconosciuto della bellezza. La mostra di Verona affronta per la prima volta il tema della cultura di questo antico popolo attraverso le parole e i testi degli stessi Maya, utilizzando - come mai è avvenuto in passato - la più grande rivoluzione antropologica dell’ultimo secolo: la decifrazione della loro scrittura.

Maya il linguaggio della bellezza

La civiltà maya è spiegata anche attraverso la ricostruzione di antiche architetture, utensili della vita di tutti i giorni che hanno cavalcato millenni come collane, orecchini, strumenti musicali, vasi e incensieri tutti provenienti dai più importanti musei messicani quali il Museo Nacional de Antropología (Città del Messico) che coi suoi due milioni di visitatori è il primo museo di antropologia del mondo, il Museo Regional de Antropología Palacio Cantón (Mérida, Yucatán), il Museo Arqueológico del Camino Real de Hecelchakán (Hecelchakán, Campeche) e dai tanti siti archeologici delle più importanti città maya come Calakmul, Chichen Itza, Palenque e Uxmal. L’esposizione veronese svela i risultati delle ultime ricerche scientifiche sui Maya e consente ai lettori di leggere direttamente i loro testi, senza sfuggire a temi avvincenti come le profezie, la fine del tredicesimo baktun (caduta il 21 dicembre 2012) e i segreti del Conto Lungo, un ciclo di 5125,3661 anni che aveva cominciato a “girare”, il giorno della creazione, che per questo popolo era avvenuta il 6 settembre del 3114 a.C.

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