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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Montecchia di Crosara

Omicidio di Montecchia: Pietro Maso tornerà libero questo aprile

Tra un mese esatto l'uomo responsabile di aver, in combutta con alcuni amici, ucciso i genitori per impossessarsi della libertà, sarà fuori dal carcere dopo aver scontato 22 anni di condanna. Dal 2008 Maso viveva in regime di semilibertà, lavorando nel milanese

Pietro Maso tornerà libero il 15 aprile, dopo aver scontato 22 anni di carcere. L’omicida, che il 17 aprile del 1991, a 20 anni non ancora compiuti uccise i genitori assieme a tre complici per impossessarsi dell’eredità, era stato condannato a 30 anni e 2 mesi, poi ridotti dall’indulto e dalla liberazione anticipata. Maso aveva già ottenuto l'accesso al regime di semilibertà. lavorando nel milanese, vicino al carcere di Opera dove ha scontato la pena.

IL DELITTO - Maso, nato il 17 luglio 1971, e che oggi ha quasi 42 anni, il 17 aprile 1991 uccise i genitori, i coniugi Antonio Maso e Maria Rosa Tessari, 52 e 48 anni, nella loro casa di Montecchia di Crosara in provincia di Verona, in combutta con tre suoi amici. Maso, detenuto dal 19 aprile 1991, quando finì in carcere due giorni dopo l'omicidio, venne condannato nel 1992 a 30 anni e 2 mesi di reclusione per omicidio aggravato e si trova nel carcere milanese di Opera, da dove uscirà per la "fine della pena detentiva" il prossimo 15 aprile.

SEMILIBERTA' - Dal 9 ottobre 2008 l'uomo, che nel frattempo si è anche sposato, è in regime di semilibertà, ossia durante il giorno lavora come addetto alle pulizie al provveditorato regionale dell'amministrazione penitenziaria e torna a dormire in carcere. Nell'aprile 2011 era stata proposta la revoca del beneficio della semilibertà, ma poi il Tribunale di Sorveglianza di Milano aveva rigettato l'istanza della Procura generale. In seguito, nel febbraio 2012, lo stesso Maso aveva chiesto di uscire dal carcere commutando la pena in detenzione domiciliare, richiesta bocciata dai giudici di sorveglianza. E nei mesi scorsi, infine, era stato lui stesso a rinunciare all'affidamento in prova ai servizi sociali. Alla condanna a 30 e 2 mesi vanno sottratti i 3 anni di indulto e 1800 giorni di liberazione anticipata. Così la pena scade il 15 aprile dopo quasi 22 anni (esattamente 22 anni meno quattro giorni) di carcere.

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