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Cronaca Peschiera del Garda / Via Salvo D'Acquisto

Picchiato a sangue per aver fatto da pacere nella rissa: 3 uomini arrestati

L'episodio si è verificato in una sera di febbraio in un locale di Peschiera, quando due persone che stavano guardando una partita si sono irritate per la voce alta di un altro gruppo che stava giocando a carte

Solo l'intervento dei carabinieri della compagnia di Peschiera del Garda ha impedito che una violenta lite si tramutasse un tragico fatto di sangue. Cinque alla fine le persone denunciate per il fatto avvenuto una sera di febbraio in un bar del paese, tre della quali sono state arrestate. 

Tutto ha inizio in un locale di Peschiera del Garda, dove due fratelli di origine albanese stanno seguendo una partita di calcio in televisione, mentre un gruppetto di italiani seduti al tavolino sta giocando a carte. Il chiacchericcio e il tono alto della voce però ha irritato i due spettatori che, forse a causa anche di un bicchiere di troppo, si sono avvicinati al tavolo iniziando un'accesa discussione, diventata poi rissa quando il contenuto di un bicchiere è finito in faccia ad un italiano, che ha subito reagito con veemenza. A quel punto si è scatenato il parapiglia, nel quale si è inserito un uomo di origini brasiliane residente a Peschiera, per fare da pacere. 

Il fatto sembrava essersi concluso dopo pochi minuti, con i due stranieri che hanno lasciato il bar: in realtà, mentre uno dei due fratelli si è effettivamente allontanato, l'altro, P.N. di 42 anni, ha telefonato al figlio per avvertirlo di quanto accaduto. Così poco dopo, P.N, albanese di 20 anni, ed un suo amico, P.A., di 32, sono arrivati a dare man forte al 42enne e "punire" il pacere, reo di essersi intromesso e di aver impedito ai due di dare una lezione a coloro che non gli lasciavano vedere la partita in pace. 
Quella che alla fine risulterà essere la vera vittima dell'episodio,il brasiliano, ha dichiarato poi ai carabinieri di essere intervenuto sia per calmare gli animi, sia per difendere una cameriera spaventata dalla furibonda lite. 

Arrivati sul posto quindi, i tre hanno subito preso di mira il proprio obiettivo, colpendolo ripetutamente fuori dal locale. Un'altra persona si è poi intromessa per porre fine alla cosa e la vittima ne ha approfittato per rientrare nel bar in cerca di salvezza, ma la furia degli assalitori non si è placata: l'uomo infatti è stato raggiunto all'interno, picchiato nuovamente con calci e pugni al volto, anche quando era oramai a terra inerme. L'intervento del proprietario alla fine ha fermato l'azione del gruppo, che però non ha risparmiato l'arredamento del locale fino all'arrivo dei carabinieri, fino a quel momento impegnati in un servizio di controllo del territorio: i militari hanno quindi identificato tutti i soggetti presenti sul posto, riconoscendo poi i responsabili anche attraverso le immagini delle telecamere di sorveglianza del locale che hanno ripreso l’intero episodio.

Ad essere denunciati alla Procura della Repubblica sono stati i quattro albanesi (compreso colui che si è allontanato dopo la prima fase della rissa) e l'italiano che per primo ha reagito. Così il pm Federico Ormanni, concordando con i risultati delle indagini dei carabinieri, ha richiesto nei confronti di P.N., P.N. e P.A. un’ordinanza di custodia cautelare che è stata emessa nei giorni successivi dal gip Giuliana Franciosi ed eseguita nella giornata di lunedì: i tre ora si trovano tutti agli arresti domiciliari. 
Per quanto riguarda la vittima inoltre, ridotta ad un maschera di sangue, con gravi fratture e lesioni al volto, è stata condotta prima all'ospedale di Peschiera e poi a quello di borgo Roma. Il brasiliano è stato sopposto ad un intervento maxillo-facciale, a cui ne seguirà quasi certamente un altro nel tentativo di scongiurare danni permanenti: per lui alla fine la prognosi è superiore ai 40 giorni. 

Questo episodio s'inserisce in una serie di interventi di questi tipo effettuati dai carabinieri di Peschiera, come nel caso della squadra di calcio svizzera fermata per un'altra aggressione sulle sponde lacustri. I militari invitano coloro che restano coinvolti in questo tipo di fatti, o che ne sono testimoni, a segnalari: alcuni degli albanesi infatti erano volti noti alle forze dell'ordine, proprio grazie a queste segnalazioni, che hanno permesso così di identificarli in maniera ancor più rapida. Altri che gravitano intorno a queste persone inoltre, sono tenuti d'occhio dagli uomini dell'Arma. 

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