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Cronaca San Bonifacio / Via Ritonda

I timori sono stati confermati, la nuova Ferroli riparte con seicento esuberi

Presentate ai sindacati le linee giuda del piano industriale che mira a ricostruire l'azienda, mantenendola a San Bonifacio. Ma l'impatto occupazionale è rilevante

La Ferroli Spa ha presentato oggi, 20 luglio, ai sindacati le linee giuda del piano industriale operativo che implementa quanto approvato dal Tribunale di Verona a dicembre 2015 e ha consentito di evitare la procedura fallimentare.

Il piano mira a ricostruire una nuova azienda (con centro focale sempre a San Bonifacio) che avrà un perimetro di attività più contenuto ma sarà molto più competitiva sul mercato. Un piano necessario anche perché, nonostante il riavvio della produzione, le vendite nei primi sei mesi del 2016 sono dimezzate rispetto al 2014, complice una stagnazione sul mercato italiano.

Il piano prevede una riorganizzazione complessiva di tutta l’azienda, dalla gamma di prodotti alla rete commerciale, senza escludere gli impianti produttivi ormai desueti, con la chiusura degli stabilimenti in Polonia e Turchia e della filiale in Germania.

La nuova Ferroli punterà alla creazione di un modello di business sempre più internazionale, snello e agile che mette al centro la qualità dei prodotti, la fluidità dei processi produttivi per eliminare le inefficienze.

Per quanto riguarda i prodotti la parola chiave è qualità, la nuova rete commerciale presidierà tutti i canali distribuitivi tradizionali ma anche quelli innovativi potenziando al massimo il servizio di assistenza al cliente tramite la creazione di centri di addestramento a San Bonifacio. La logistica europea sarà riorganizzata attorno a due magazzini centrali in Italia e Spagna, mentre il magazzino di San Bonifacio Nord sarà trasformato in una fabbrica di eccellenza per produzioni flessibili di nicchia. Inoltre, il piano punta a una nuova organizzazione del personale, per questo sarà necessaria un’intensa attività di formazione.

Le strutture produttive della nuova Ferroli in Italia, dalla seconda metà del 2017, saranno gli stabilimenti di Casole e Villanova, la palazzina uffici e lo stabilimento di San Bonifacio. Le altre sedi o proprietà saranno cedute o vendute.

Confermati i timori della consigliera regionale tosiana Giovanna Negro sull'impatto occupazionale che avrà questo piano. Tra fine 2016 e seconda metà 2017, si prevede una riduzione di circa 600 unità in Italia e 150 all’estero. L'azienda conferma la disponibilità a perseguire ed utilizzare ogni possibile strumento utile ad attutire l’impatto della crisi sui territori di San Bonifacio, Alano, Cento, Grugliasco. In particolare, l’azienda si sta attivando per favorire il trasferimento di risorse collegato alla cessione delle attività, ed il supporto ad iniziative esterne che possano privilegiare la riallocazione di personale.

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