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Sindacati Cisl Veneto: «Positivo piano regionale per le case di riposo»

Le sigle sindacali della funzione pubblica, dei servizi e dei pensionati hanno visto che alcune loro richieste sono state accolte. Ma il M5S punge Zaia: «Meglio tardi che mai»

Nella casa di riposo di Villa Bartolomea, il numero di morti per coronavirus è salito a 19. In quella delle Piccole Suore della Sacra Famiglia di Lazise, ora, se ne contano 5. E poi quelli dell'istituto per anziani di Legnago e quelli che si potrebbero aggiungere nei prossimi giorni. Tutti decessi che, in parte, non sono conteggiati nel bollettino ufficiale della Regione Veneto, il quale ogni giorno diffonde le cifre dei positivi al test del Covid-19 deceduti negli ospedali veneti. Alcuni ospiti delle case di riposo, però, a volte si spengono prima del ricovero e quindi sfuggono alle statistiche ufficiali della Regione

Una Regione che guarda con preoccupazione ai focolai di coronavirus scoppiati negli istituti per gli anziani e il presidente Luca Zaia lo ha anche detto: «Questo è il virus delle case di riposo». Perché gli ospiti di queste strutture sono quelli che hanno più probabilità di morire, se contagiati. Sono anziani e spesso debilitati da una o più patologie. Per loro, l'infezione da coronavirus potrebbe essere fatale. Come potrebbe essere fatale, anche se statisticamente meno probabile, anche per i dipendenti delle case di riposo. Per tutti gli operatori di queste strutture stanno arrivando le mascherine, ma alcuni di loro hanno dovuto lavorare senza e per questo sono stati contagiati dal coronavirus. Una volta contagiati, per loro è scattato l'isolamento domiciliare e questo significa che gli istituti per anziani devono far fronte anche ad una progressiva carenza di personale.

Per tutti queste ragioni, nel nuovo piano di salute pubblica, la Regione Veneto ha dedicato un capitolo alle case di riposo, imponendo una valutazione del rischio per ogni struttura del territorio regionale e la stesura di un piano che scatti in caso di contagi interni all'istituto; un piano che contempli: la divisione degli ospiti positivi al coronavirus da quelli negativi, la gestione delle mascherine e quella del personale.

Per questa iniziativa della Regione Veneto, le sigle sindacali della funzione pubblica, dei servizi e dei pensionati della Cisl veneta hanno espresso il loro parere positivo anche perché il nuovo piano di salute pubblico recepisce molte delle istanze sollevate in queste settimane dai sindacati. In particolare, Fp, Fisascat e Fnp Cisl hanno visto inserita la loro proposta di adottare modelli organizzativi a protezione degli ospiti e degli operatori, anche prevedendo gli spostamenti degli assistiti in altre strutture, ove si verificasse una situazione tale per cui una casa di riposo non possa più garantire la necessaria sicurezza. In questo modo si garantisce sia ai pazienti positivi che a quelli negativi la continuità dell'assistenza e delle cure di cui hanno bisogno. Bene, poi, secondo i sindacati che la Regione sia riuscita a garantirsi un approvvigionamento adeguato di mascherine, che verranno destinate alle case di riposo. «Il personale delle case di riposo è un patrimonio del sistema sanitario e, parimenti ai colleghi degli ospedali, sta lavorando in condizioni di pesante stress. È necessario che le condizioni di sicurezza raggiunte in queste ore siano mantenute, così come è necessario che si cerchi del sostegno anche fra quelle figure qualificate, presenti nel settore sociosanitario», ha affermato Marj Pallaro, segretaria generale Fp Veneto.

Lieto per il piano della Regione Veneto per le case di riposo anche il Movimento 5 Stelle regionale che però, come il Partito Democratico, giudica Zaia un ritardatario. «Meglio tardi che mai - scrivono i consiglieri regionali Jacopo Berti, Erika Baldin, Manuel Brusco, Simone Scarabel ed il candidato presidente del M5S per la Regione Veneto Enrico Cappelletti - La nostra non vuole essere una polemica, ma un richiamo alla serietà e ad occuparsi delle case di riposo, ormai allo stremo. Mai come adesso infatti occorre moltiplicare gli sforzi per tutelare la salute dei nostri concittadini più a rischio».

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