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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca San Zeno / Stradone Porta Palio

Pfos nell'acqua di Verona, problema in via di soluzione. M5S poco convinto

I 5 Stelle del capoluogo chiedono filtri per evitare la contaminazione di altri pozzi. Intanto ha riaperto la centrale di Porta Palio e pare sia stata individuata la causa dell'inquinamento

Ieri, 16 marzo, è stata riaperta la centrale di Porta Palio a Verona, ma rimane chiuso il pozzo dove è stata rivelata una concentrazione di Pfos superiore ai limiti di legge. L'inquinamento riguarda solo un pozzo superficiale, mentre quelli più in profondità sono risultati sicuri, come è sicura l'acqua che non ha mai smesso di arrivare nei rubinetti delle case, come spiegato da Acque Veronesi. E sempre Acque Veronesi, insieme ad Ulss ed Arpav, pare abbia individuato la fonte dell'inquinamento in un'azienda di lavaggio industriale, ma sono ancora in corso accertamenti.

La situazione di potenziale pericolo tende quindi a normalizzarsi ma il M5S cittadino non è convinto da alcune dichiarazioni di Acque Veronesi e dell'assessore Enrico Toffali. "Dalle analisi su alcuni pozzi risulta la presenza di tutte le sostanze Pfas e ciò contraddice l'assessore all'ambiente Enrico Toffali quando afferma l'assenza delle predette sostanze nell'acqua utilizzata dai cittadini veronesi - scrive il consigliere comunale Gianni Benciolini - Inoltre, Acque Veronesi non indica la percentuale di queste sostanze ma dichiara che la concetrazione è entro i limiti. Tale indicazione non è sufficiente se si pensa che in altri paesi i limiti tollerati sono più bassi".

"Due sono le azioni che il Comune deve immediatamente attuare - propone il M5S - installare dei filtri idonei a prevenire la contaminazione irrimediabile dei nostri pozzi e sottoscrivere un protocollo di intesa con la Regione e l'Ulss9 per istituire un centro ematochimico che sia abilitato ad accertare la concentrazione nel sangue dei cittadini veronesi delle sostanze in questione".

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