rotate-mobile
Cronaca Cologna Veneta / Piazza Capitaniato, 1

Pfas, altra visita dei Noe alla Miteni. L'argine del fiume Poscola è inquinato

Per l'azienda, l'inquinamento risale agli anni '70 ed è imputabile alla Mitsubishi Corporation che un tempo deteneva la proprietà. Intanto il Movimento 5 Stelle chiede lo stato di emergenza

Nuova visita dei carabinieri del Noe ieri, 19 giugno, allo stabilimento di Trissino della Miteni, azienda ritenuta la principale responsabile dell'inquinamento da Pfas nelle acque di alcuni comuni delle province di Vicenza, Verona e Padova. I militari "non hanno acquisito ulteriori documenti e hanno richiesto di approfondire alcuni elementi oggetto di indagine, attività che proseguiranno nei prossimi giorni", ha fatto sapere la stessa Miteni. La ditta, secondo una relazione prodotta proprio dai carabinieri, era a conoscenza della fonte dell'inquinamento e ciò nonostante non solo non l'ha rimossa, ma ha anche aggravato la situazione che in questi anni è esplosa in tutta la sua gravità. La Miteni però si è difesa, indicando che i reali responsabili non sono gli attuali titolari dell'attività, ma la Mitsubishi Corporation che un tempo deteneva la proprietà.

L'azienda ha inoltre ribadito che dai settanta prelievi effettuati all'interno dello stabilimento fino a trenta metri di profondità non è emerso alcun superamento di valori per nessuna sostanza. "I terreni interni allo stabilimento non presentano alcun rischio ambientale - scrivono dalla Miteni - Appare complessa la situazione esterna allo stabilimento sull'argine del fiume Poscola dove i tecnici ambientali Miteni di concerto coi tecnici di Arpav e della procura di Vicenza hanno rinvenuto ulteriori rifiuti risalenti agli anni Settanta per i quali si sta procedendo alla rimozione e alla bonifica".

Intanto il Movimento 5 Stelle continua il suo lavoro all'interno delle istituzioni per affrontare, nel modo che ritiene più opportuno, il problema dell'inquinamento da Pfas "Abbiamo depositato la richiesta di avviare, da parte del governo, la procedura per il riconoscimento dello stato di emergenza su tutto il territorio veneto coinvolto direttamente e indirettamente dalla contaminazione da Pfas in atto. Basta immobilismo. Siamo arrivati a un punto limite in cui bisogna intervenire in modo drastico per stoppare il disastro ambientale. Non solo Miteni dovrà pagare per i danni causati, ma anche chi politicamente non sta intervenendo in modo deciso dovrà assumersi le proprie responsabilità", hanno dichiarato la deputata Silvia Benedetti e la consigliera regionale Patrizia Bartelle.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Pfas, altra visita dei Noe alla Miteni. L'argine del fiume Poscola è inquinato

VeronaSera è in caricamento