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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Legnago

Inquinamento da Pfas. La Regione istituisce una Commissione d'inchiesta

Il provvedimento è stato annunciato lunedì e vede il favore dell'assessore Bottacin: "Si tratta di capire e analizzare un problema complesso, rilevato nel 2013 in molte Regioni d'Italia e che tanta preoccupazione sta creando nella popolazione"

Il lavoro della Regione Veneto per contrastare l'inquinamento da Pfas nelle province di Verona, Vicenza e Padova, prosegue con l'istituzione avvenuta lunedì, da parte del Consiglio regionale, di una commissione d'inchiesta. 
Un provvedimento visto con favore dall'assessore all'ambiente Giampaolo Bottacin, il quale è convinto che "il contributo che tale Commissione potrà dare sarà sicuramente positivo e complementare a tutto quanto peraltro già realizzato sulla problematica collegata ai Pfas".

“Si tratta – ha spiegato lo stesso Bottacin - di capire e analizzare un problema complesso, rilevato nel 2013 in molte Regioni d'Italia e che tanta preoccupazione sta creando nella popolazione. Il Veneto è peraltro l'unica Regione che si è immediatamente attivata non appena il problema è stato segnalato dallo studio commissionato dal governo, sia sul fronte delle azioni in ambito sanitario che in quello ambientale, mettendo immediatamente in sicurezza le acque potabili e attivando il monitoraggio sanitario della popolazione coinvolta.
Anche sul piano giudiziario la Regione si è immediatamente attivata, tant’è che la prima denuncia all'autorità giudiziaria risale a luglio del 2013. Da allora è sempre stata garantita la massima collaborazione alle procure coinvolte e ai carabinieri dei NOE. Non solo: affinché sia applicato il sacrosanto principio secondo cui chi inquina paga, la Regione si è costituita parte civile.
Il tema è delicato, per questo abbiamo tutto l'interesse che le informazioni siano veicolate nel modo più trasparente e scientificamente dimostrato possibile. Sono certo che anche in tal senso la Commissione darà il suo prezioso contribuito, rendendo la Regione Veneto ancora di più riferimento nazionale e internazionale nella gestione di questo problema che stiamo affrontando insieme al governo".

Anche Miteni, l'azienda vicentina indicata come la principale causa del problema, si è detta favorevole alla nascita di tale commissione: "Ogni approfondimento tecnico scientifico sulla reale situazione e sulle cause della presenza dei perfluorurati diffusi in tutto il Veneto e non solo, evidenzierà quanto già sostenuto dall’'azienda e confermato dalla sentenza del tribunale Superiore delle acque, e cioè che per risolvere il problema dei Pfas a catena lunga si deve intervenire su chi li utilizza. Miteni ne ha cessato la produzione e l'utilizzo da anni".

Soddisfatto anche il Movimento 5 Stelle: "È la migliore risposta che diamo alle migliaia di persone che ieri (domenica, ndr) hanno marciato a Montecchio Maggiore (Trissino) per chiedere acqua pulita, senza Pfas, e la giusta punizione verso chi ha causato questa emergenza.
Oltre a loro, ovviamente la nostra gratitudine va a tutti coloro che lottano al nostro fianco per fermare questa emergenza: le associazioni, le famiglie i cui membri sono risultati contaminati da Pfas a seguito delle analisi, i 350mila veneti interessati dal problema direttamente e tutti gli italiani che mangiano cibi contaminati. Sono anni che come M5S, prima a livello comunale, poi a livello regionale e nazionale ci battiamo contro l’inquinamento da Pfas che mette a rischio la nostra salute. Finalmente il problema viene riconosciuto da tutti e può essere affrontato anche nelle istituzioni.  
L'obiettivo di questa commissione è fare luce, chiarezza, per affrontare seriamente il problema Pfas e risolverlo. Molte notizie gravissime infatti le abbiamo apprese dai giornali e da documenti fuoriusciti. Questo non deve più accadere. È inaccettabile che tutti noi siamo gli ultimi a sapere questo tipo di cose che riguardano la nostra salute.
Chi inquina paga, questo è il motto che muove la nostra azione. Su questo non abbiamo mai fatto, e mai faremo, sconti.
Ricordiamo che come M5S, chiediamo che la Miteni S.p.a. blocchi la produzione di Pfas e paghi i costi di bonifica”.

"Va bene istituire la commissione d’inchiesta sull’inquinamento da Pfas, se non altro per superare la grave mancanza di comunicazione e coordinamento tra Giunta e Consiglio regionale. Ma i cittadini della zona rossa sono angosciati e stanchi di analisi del problema: desiderano risoluzioni urgenti". 
Lo ha affermato la consigliera regionale Cristina Guarda (AMP), che inoltre ha voluto mettere in evidenza alcune questioni ritenute ancora aperte, iniziando da quella dell’acquedotto: “Dopo quattro anni di attesa si avviino immediatamente i progetti già presentati dai gestori del servizio idrico, si utilizzino gli 80 milioni di contributo statale e si stanzino le risorse necessarie. O i soldi si tirano fuori solo per la Pedemontana?”.
“E anche sulla bonifica: Zaia prometteva 7000 carotaggi sotto la Miteni - ha proseguito Guarda -. Si dia avvio almeno ad un centinaio di questi, per aprire la strada ad un progetto coraggioso di bonifica, con l'obiettivo di fermare l'inquinamento della falda e permettere lo smaltimento di quello attuale. Servono poi linee guida chiare per aiutare i cittadini a capire come comportarsi, visto che siamo sottoposti costantemente ad un inquinamento da almeno 30 anni e che nascere da mamme contaminate e crescere in territorio ostile ci rende più fragili rispetto al resto della popolazione. C’è poi - conclude Guarda - l’assistenza agli operatori agricoli che va data non solo nell'analisi delle acque ma anche nella messa in sicurezza dei pozzi. Non da ultimi, sono necessari interventi strutturali per la revisione del sistema industriale, sia per quanto riguarda l’uso delle acque che sul fronte delle acque reflue”.

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