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Cronaca Valverde / Via della Valverde

Ospedali di comunità veronesi. I deputati PD interrogano il ministro Lorenzin

Alessia Rotta, Diego Zardini e Gianni Dal Moro chiedono che sia fatta chiarezza. "A fronte del taglio dei posti letto per acuti non c'è stato il previsto potenziamento dell'assistenza territoriale"

I deputati PD Alessia Rotta, Diego Zardini e Gianni Dal Moro hanno depositato questa mattina, 18 settembre, un'interrogazione diretta al ministro della salute Lorenzin per chiedere che si faccia chiarezza sulla situazione degli ospedali di comunità della provincia di Verona che vivono un profondo disagio causato dalla mancata attuazione della parte del piano sanitario regionale sulla medicina territoriale. L'argomento è in parte al centro anche della protesta dei medici di base, il cui sciopero partirà con il mancato invio delle ricette telematiche e potrebbe anche arrivare alla chiusura degli ambulatori.

A fronte del taglio dei posti letto per acuti stabilito da Zaia, il piano prevedeva il potenziamento dell'assistenza territoriale - denunciano i deputati del Partito Democratico - E invece non solo non c'è stato alcun potenziamento ma la situazione è addirittura peggiorata. La Regione Veneto, per gli ospedali di comunità e le unità riabilitative territoriali, ha modificato il profilo assistenziale ed economico delle prestazioni mediche e superato la sospensione del rilascio di nuovi accreditamenti prevista dalla stessa Regione a fine 2016. Sempre la Regione aveva annunciato l'apertura di 50 nuovi posti letto a Isola della Scala, da destinare ad ospedale di comunità. Ma è la Regione stessa a tradire il suo piano sanitario con la decisione di chiudere 10 posti letto di ospedale di comunità operativi a Villafranca, chiusura che segue quella già decisa per Caprino. Decisioni che nei fatti annullano la programmazione prevista senza che ci sia stato alcun passaggio di modifica e di parere obbligatorio della competente commissione consiliare. A ciò si aggiunge la volontà di autorizzare 26 nuovi posti letto al Centro Servizi Pederzoli, senza oneri aggiuntivi per l'Ulss, su cui anche i sindacati hanno espresso preoccupazione circa il pagamento degli stessi servizi e le condizioni dei lavoratori impiegati nel Centro. Tali scelte che ci lasciano sorpresi e preoccupati ricadono direttamente sulle famiglie, che in assenza di adeguati servizi sono costretti a ricorrere a soggetti privati per tutte le necessità legate all'assistenza e alla cura delle cronicità, dovendo affrontare i relativi costi. La Regione non può spogliare i territori dei servizi di assistenza, per questo abbiamo chiesto al ministro di fare chiarezza sull'attuale situazione determinata dalla politica regionale, che riteniamo essere lesiva per il diritto alla salute dei cittadini.

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