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Cronaca Borgo Trento / Piazzale Aristide Stefani

Ostruisce con l'auto l'entrata del Pronto Soccorso e poi si scaglia contro i carabinieri

Il personale medico di Borgo Trento ha allertato le forze dell'ordine della presenza di un veicolo parcheggiato davanti all'entrata riservata alle ambulanze con a bordo quattro persone

E.A., classe 1988 di origini marocchine, è stato arrestato dal Nucleo Radiomobile dei Carabinieri di Verona con l'accusa di violenza, minaccia e resistenza a pubblico ufficiale. 
Nel corso della notte tra venerdì e sabato, i militari scaligeri sono dovuti intervenire su richiesta del personale dell'ospedale di Borgo Trento, che ha segnalato la presenza di una Bmw davanti all'ingresso del Pronto Soccorso. A bordo del veicolo c'erano quattro ragazzi ragazzi stranieri e il conducente, ubriaco, aveva deciso di parcheggiare davanti all'ingresso delle emergenze, infischiandonese dei cartelli di divieto di sosta e parcheggio, ostruendo il passaggio alle ambulanze. Il giovane si è rifiutato di spostare il veicolo fino all'arrivo dei carabinieri, ma a quel punto la situazione è degenerata. Il ragazzo infatti è sceso dall'auto, in evidente stato di ebbrezza, accusando gli uomini dell'Arma di controllarli solo perché erano stranieri, dopodiché si è infilato nell'auto di servizio dal finestrino mentre i militari effetuavano gli accertamenti sulla banca dati (il marocchino infatti aveva affermato di essere privo dei documenti), con lo scopo di strappare i fogli e la documentazione che i carabinieri stavano redigendo. 
Un militare allora ha cercato di allontanarlo, ma il 27enne ha reagito con forza spingendolo via e provocandogli una slogatura al dito indice della mano. Il collega allora, vista la furia del giovane, ha chiamato in aiuto un'altra pattuglia e ha invitato il marocchino a salire in auto per condurlo in caserma. Questi allora ricominciato a tirare calci e pugni, rifiutandosi di consegnare e chiavi del proprio veicolo che sarebbe stato prelevato dal carro attrezzi. Pochi minuti dopo però, l'uomo sembrava calmarsi e acconsentire a seguire le indicazioni dei militari, ma proprio mentre stava salendo sull'auto di pattuglia, ha ricominciato a spintonare i carabinieri, urlando che lo stavano picchiando per attirare l'attenzione dei presenti, per poi buttarsi a terra e sferrare un altro paio di calci sulle gambe delle forze dell'ordine, che a quel punto non hanno potuto fare altro che arrestarlo. 
In auto lungo tutto il tragitto verso la Questura, E.A ha continuato a scalciare violentemente le portiere del veicolo nel tentativo di aprirle, queste però hanno resistito fino alla fine grazie all'apposita celletta presente. Il marocchino, non pago del trambusto provocato, ha iniziato poi a minacciare di morte i carabinieri, dicendo anche che si sarebbe vendicato sui loro figli. Giunto in caserma ha continuato a scagliarsi contro il personale presente e il mobilio dell'ufficio, calmandosi solo quando i fumi dell'alcol hanno iniziato a svanire. 
Convalidato l'arresto, il giovane è stato rimesso in libertà in attesa del processo che si celebrerà il 18 novembre, mentre il carabiniere a cui ha slogato un dito se l'è cavata con 10 giorni di prognosi. 

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