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Cronaca Quinto / Via Valpantena

Sovraffollati, inadeguati e con rifiuti ammassati. «Chiudete quei cas»

L'Osservatorio Migranti di Verona denuncia alla prefettura la gestione della cooperativa San Francesco di tre centri di accoglienza a Verona, Caprino e Nogara. «Per le sue carenze, la cooperativa va commissariata»

Due centri di accoglienza straordinaria (cas) da chiudere, un altro centro da bonificare e la cooperativa che li gestisce da commissariare. Perché le strutture sono sovraffollate, senza servizi essenziali e in alcuni cas si sono anche formate delle discariche a cielo aperto, che hanno attirato topi e parassiti. «Carenze gravi e in alcuni casi non sanabili se non con interventi rilevanti dal punto di vista strutturale. Ed inaccettabili e reiterate inadempienze da parte di chi gestisce», denuncia l'Osservatorio Migranti di Verona in una lettera inviata oggi, 24 ottobre, al prefetto Demetrio Martino.

Una lettera lunga 15 pagine in cui l'Osservatorio Migranti ha riassunto le accuse rivolte alla cooperativa San Francesco per mancanze nella gestione di tre cas veronesi, quelli attivati all'Hotel Papillon di Nogara, all'Albergo Mileto di Spiazzi a Caprino Veronese e all'Hotel Valpantena di Poiano a Verona. La segnalazione dunque «non riguarda tutto il sistema di accoglienza - ha specificato l'Osservatorio - ma una specifica realtà», quella appunto della cooperativa San Francesco, a cui attualmente è affidata la gestione di circa 450 migranti.

Una denuncia, quindi, circostanziata e anche documentata da foto che accompagnano la descrizione dei problemi rilevati nei tre centri di accoglienza.

Rifiuti a ridosso del cas dell'Hotel Papillon

Il primo cas descritto dall'Osservatorio Migranti di Verona è quello dell'Hotel Papillon dove sono ospitati «24 minori non accompagnati, due nuclei famigliari con tre minori e tre donne incinte, per un totale di oltre 30 persone», scrive l'Osservatorio, segnalando però che in passato la struttura non aveva mai alloggiato un tal numero di migranti e questo ha generato un sovraffollamento «tanto più grave perché pesa su soggetti vulnerabili».
E il sovraffollamento non è l'unico problema. «Nel centro manca completamente l’acqua calda - scrive l'Osservatorio al prefetto - A ridosso della struttura è presente una discarica di rifiuti indifferenziati che risulterebbe essere il prodotto di scarichi operati dalla stessa cooperativa, la quale ha fatto convergere lì anche i rifiuti provenienti da altre strutture. In questi giorni la cooperativa sta facendo "insaccare a mano" i rifiuti da personale (per lo più gli stessi richiedenti asilo) senza che questi abbiano né competenza né attrezzature idonee (anche senza guanti e calzature), esponendo lavoratori e ospiti a un grave rischio sanitario. La struttura è poi infestata da topi e parassiti. I bagni sono del tutto insufficienti e funziona una sola doccia. Non è presente alcun adeguato sistema di sicurezza. Nessun corso di italiano è stato attivato e non c'è nessuna figura specifica dedicata all’informativa legale. Numerosi testimoni hanno inoltre visto gli ospiti ritornare dal paese con le sporte di viveri auto-acquistati, o elemosinati, per l’assoluta mancanza di cibo».

Letti nel garage dell'Albergo Mileto

L'Osservatorio Migranti ha dunque chiesto di chiudere il cas all'Hotel Papillon e per le stesse ragioni ha chiesto di chiudere anche il centro di accoglienza straordinaria all'Albergo Mileto, che attualmente accoglie 85 migranti. Un numero giudicato doppio rispetto alle reali capacità di una struttura che comunque «appare non idonea ad accogliere persone e non risponde ad alcun parametro richiesto dai bandi prefettizi», scrive l'Osservatorio.
«E purtroppo anche qui, all’inaccettabile situazione strutturale, si aggiungono i disservizi e la pessima gestione - si legge ancora nella lettera - Per due settimane dal 12 al 25 agosto una struttura così sovraffollata è rimasta anche senza gas (pare per insolvenza della cooperativa verso il fornitore). Gli ospiti sono stati costretti ad accendere fuochi all’esterno per provvedere alla preparazione dei pasti. Non viene garantito l’accompagnamento necessario e vitale alle strutture sanitarie, che sono lontane e impossibili da raggiungere autonomamente con i mezzi pubblici. Non è stato attivato alcun corso italiano. Gli ospiti vengono indirizzati al Cpia di Caprino che però devono raggiungere camminando per un'ora e mezza. E l'arrivo del freddo preoccupa molto, dato che il cas è situato a oltre 800 metri di altitudine e ci sono dubbi sul regolare funzionamento degli impianti di riscaldamento. Risulta inoltre ancora più grave la mancanza assoluta di fornitura agli ospiti di indumenti adeguati».

Una stanza del cas dell'Hotel Valpantena

Infine, oltre al commissariamento della cooperativa San Francesco per le inadempienze nella gestione dei richiedenti asilo, l'Osservatorio Migranti chiede la bonifica dell'Hotel Valpantena. «L'hotel è innanzitutto una discarica - scrive l'Osservatorio - Gli ospiti alloggiano su una discarica. L’intero piano interrato straborda di rifiuti indifferenziati. E sul piazzale antistante c’era una montagna di rifiuti rimossa solo dopo il passaggio dei carabinieri di Grezzana. Sono ben presenti i topi, che girano anche per la struttura. L’albergo, in condizioni ottimali di gestione, potrebbe ospitare non più di 40 persone. Ed invece ne ospita più del doppio (86). Sei persone sono state sistemate in una stanza nel seminterrato, in prossimità della discarica. Una stanza bassa, senza alcun sistema di riscaldamento, senza l’accesso ad alcun servizio igienico e con due bocche di lupo chiuse che non garantiscono alcun ricambio di aria. L'aspetto igienico-sanitario dell’intera struttura appare del tutto trascurato e sacrificato all’obiettivo di ammassare le persone. Ci è stato inoltre riportato un fatto molto grave. Uno dei ragazzi aveva la tubercolosi attiva. Era quindi vitale isolare lui ed evitare i contatti stretti per proteggere gli ospiti e la comunità circostante. Gli operatori, dopo essersi consultati tra loro, avevano deciso, correttamente, di riservare una stanza con balcone a questa persona. Quando la cooperativa ha scoperto che c’era una stanza "riservata ad una sola persona" ha obbligato a sistemare nella stanza altri ospiti. Gli spazi comuni sono assolutamente inadeguati e malamente attrezzati. E gli impianti elettrici e di sicurezza sono usurati ed evidentemente da verificare».

Infine, nelle conclusioni, l'Osservatorio Migranti ritiene che «le violazioni a quanto stabilito nei bandi appaiono sistemiche, non episodi isolati, e appaiono finalizzate a massimizzare i profitti minimizzando i servizi e la fornitura di beni di prima necessità». Sarebbe questo il «modus operandi della cooperativa San Francesco», un modus operandi «che rischia di inficiare anche il lavoro positivo di accoglienza delle altre realtà e della stessa prefettura».

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