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Cronaca Borgo Roma / Via Legnago

Omicidio del bed & breakfast, ascoltato il compagno di stanza della vittima

Non ha visto il momento in cui Sergio Soares Lourenco colpiva con il coltello Joaquim Fajardo Moio, ma ha visto l'inizio del litigio tra i due e poi è andato in un'altra stanza

Era stato richiesto dagli avvocati che difendono Sergio Soares Lourenco, l'operaio 37enne portoghese indagato per la morte del collega Joaquim Fajardo Moio, di 58 anni, avvenuta in un bed & breakfast di via Legnago a Verona. Avevano chiesto che venisse riascoltata la testimonianza del compagno di stanza della vittima, per valutarla alla luce di quando spiegato ai giudici dal 37enne, ancora custodito nel carcere di Montorio con l'accusa di omicidio preterintenzionale.

Il compagno di stanza ha confermato di non aver visto nulla perché non era presente nella stanza in cui è avvenuta la lite che poi ha portato al decesso. La testimonianza è stata riportata anche su L'Arena dove si legge che il litigio è nato per un pacchetto di sigarette non restituito. L'operaio è stato ascoltato dai giudici e ha detto di aver assistito solo all'inizio dell'alterco tra Moio e Lourenco. L'aggressore sarebbe entrato nel locale dove la vittima e il suo compagno di stanza stavano cenando e non sarebbe venuto da solo ma in compagnia di altre due persone. Pare però che nessuno abbia visto con i propri occhi come si sia sviluppata la zuffa tra i due operaio. Il compagno di stanza di Moio era infatti uscito dalla stanza nel momento in cui il litigio si è fatto più acceso e quando è rientrato ha visto la visto la vittima che cercava di coprire la ferita all'inguine con le mani e Lourenco lì vicino che gli chiedeva di non morire e che gli ha messo un asciugamano in testa.

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