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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Pastrengo / Via Papa Luciani, 1

Omicidio a Pastrengo: pregiudicato trovato morto in casa con la gola tagliata

Il corpo di Romano Perantoni è stato scoperto grazie all'allarme lanciato dal caldaista, che aveva preso appuntamento con lui per un intervento di manutenzione per il pomeriggio di martedì

È stato il caldaista a far scoprire il corpo di Romano Perantoni, 60enne pregiudicato trovato morto nella sua abitazione al residence Stella, in località Tacconi a Pastrengo. I due avevano fissato l'appuntamento per un intervento di manutenzione all'impianto di riscaldamento, ma quando il tecnico ha suonato il campanello nel pomeriggio di martedì, Perantoni non ha risposto. Il caldaista allora, conoscendo i trascorsi di Perantoni, ha giudicato sospetta quell'assenza e ha deciso di avvisare i carabinieri. 
Ricevuta la chiamata, i militari sono arrivati sul posto: all'esterno della casa a tre piani che ospita più famiglie, tutto sembrava in ordine, tranne un sacchetto del pane lasciato vicino al portoncino del giardino. Quando gli uomini dell'Arma si sono avvicinati all'entrata della casa però, hanno subito sentito il forte odore emanato dal cadavere del 60enne: Perantoni è stato trovato raggomitolato in un lago di sangue nella cucina della sua casa di proprietà, ereditata dalla famiglia. Sul corpo è stato subito notato un netto taglio alla giugulare e alcune ferite alla testa. 
A quel punto sono subito partite le indagini. Non sarebbero stati rinvenuti segni di effrazione sulle porte e le finestre della casa, e al suo interno tutto sembrava in ordine: non c'erano segni infatti che potessero far pensare ad un disperato tentativo di difendersi dell'uomo o ad una colluttazione. Sul posto, oltre ai carabinieri della compagnia di Peschiera, sono arrivati anche gli uomini della Scientifica, il magistrato e il medico legale. 

LE PAROLE DEI VICINI: "NON HA MAI DATO PROBLEMI". MA PER QUALCUNO C'ERANO "GIRI STRANI"

Romano Perantoni era ancora sottoposto all'obbligo di firma: l'uomo infatti era stato condannato a suo tempo a sette anni per traffico di droga, più specificatamente si trattava di cocaina, e successivamente, circa quattro anni fa, era finito in manette perché sorpreso alla guida senza patente dopo aver provato a sfuggire alle forze dell'ordine con l'auto della madre. Infine, l'ultimo episodio risale allo scorso anno quando venne arrestato su ordinanza di custodia cautelare per spaccio: nell'occasione finirono in carcere con lui anche albanesi e romeni, coinvolti nella stessa indagine. 

Stando a quanto riporta il quotidiano L'Arena, Perantoni si sarebbe sempre rifiutato di "vuotare il sacco", tenendo per sé nomi e informazioni e scontando le sue pene. Questo però sembra non essere servito ad evitargli una brutta fine: l'assenza di segni di effrazione su porte e finestre, sembra indicare che il pregiudicato conoscesse il suo assassino, che ha agito con grande silenzio dal momento che nessuno dei vicini ha udito rumori che lascessero pensare ad una simile tragedia. Ora gli inquirenti lavorano per dare un'identità all'omicida e non si esclude che possa trattarsi di un episodio legato al mondo della droga. 

Intanto il Pm e gli investigatori si sono chiusi in un grande silenzio per concentrarsi al meglio sulle indagini: oltre all'ipotesi legata ai precedenti per stupefacenti di Perantoni, non si scarta nessuna strada che possa condurre al movente, mentre proseguono le ricerche dell'arma del delitto e si attendono i risultati dell'autopsia. 

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