rotate-mobile
Cronaca Colognola ai Colli / Via Canesella

Tragedia a Colognola. Solo ieri il padre ha scoperto la verità. L'esperto: "Era tutto organizzato"

Nella concitazione del momento, il 50enne non poteva comprendere cosa fosse successo in casa e cosa gli stesse dicendo l'altro figlio di 20 anni. Intanto, sul giornale L'Arena, il dottor Zoccante parla di premeditazione

Uniti dal legame familiare, divisi da un pomeriggio di follia. Padre e figlio, vittima e omicida del delitto di Colognola ai Colli si trovano ora nello stesso ospedale, quello di Borgo Trento, divisi però da due piani, in reparti distinti. 
Il 17enne si trova al secondo piano del reparto di Terapia intensiva neurochirurgica, dove lotta tra la vita e la morte, mentre i medici lo hanno definito in coma irreversibile. Il padre è invece al quarto piano, quello di Neurochirurgia: cosciente e fuori pericolo anche se ancora in condizioni complicate. 

Il 50enne ha compreso la gravità dei fatti solamente ieri mattina. Lunedì infatti, nella concitazione del momento, con i braccianti che lo hanno accompagnato in ospedale in seguito alle ferite riportate, non ha colto il significato delle parole del figlio 20enne, uscito di casa sconvolto dopo aver visto il corpo senza vita della madre. Troppa la confusione in quel momento: un figlio che ti aggredisce dopo aver ucciso la sua stessa mamma e che poi si toglie la vita, difficile da comprendere, ancor di più da accettare. Così, come riporta il quotidiano L'Arena, è stato compito di alcuni parenti guidati dal fratello fargli capire cos'è accaduto in quei folli momenti. 

Intanto le indagini proseguono per cercare di comprendere cosa abbia portato il ragazzo ad una simile azione. Mille le ipotesi elaborate, anche dalla gente del paese, che si interroga a sua volta su una vicenda che ha distrutto una famiglia apparentemente tranquilla. 
Il ragazzo non andava bene a scuola, ma possibile che la madre, insegnante, lo abbia rimproverato fino a questo punto? Forse i viaggi di lavoro del lavoro del padre hanno alimentato tensioni familiari? Le tensioni di un periodo difficile come quello dell'adolescenza sono state portate al limite da qualche fattore esterno? Francamente nessuna di queste pare poter giustificare una simile follia. 

Intervistato dal giornale L'Arena, il dottor Leonardo Zoccante, psichiatra del servizio di Neuropsichiatria infantile dell'ospedale di Borgo Roma, ha provato a fornire una sua spiegazione sul comportamento del 17enne. Stando allo specialista, non si tratterebbe di un raptus ma di un atto pianificato. Una considerazione che fa raggelare il sangue questa e che Zoccante spiega sulle pagine del quotidiano veronese così: "L'indicazione che si trattasse di un ragazzo schivo, che aveva poche relazioni con i compagni, pochi amici, quindi con un carattere chiuso è in linea con l'ipotesi di una difficoltà a elaborare avvenimenti del quotidiano fino a raggiungere un livello di frustrazione avvertito come non più sostenibile. Da come sono stati ricostruiti i fatti, sembra emergere la figura di un ragazzo intelligente che pianifica con freddezza un gesto terribile. Come se lui avvertisse un messaggio o un comportamento dei genitori, magari una loro pretesa nei suoi confronti come non solo negativo ma addirittura asfissiante: non significa, ovviamente, che lo fosse nella realtà ma tale era sentito da lui. In questo modo il pensiero negativo si autoalimenta e diventa debordante fino a portare ad un atto estremo premeditato". Come viene riportato sulle pagine de L'Arena, ciò che impressiona è che, dopo aver ucciso la madre, il giovane ha prima lavato l'arma e poi è andato in cerca del padre. "Indica una determinazione molto fredda. Pare che questo ragazzo fosse incapace di cogliere la portata affettiva, e diciamo emotiva, della sua azione. Al contrario, con lucida intelligenza, ne capisce benissimo le conseguenze pratiche: sa di essere colpevole e infatti cerca la morte, tra l'altro in un modo così ingegnoso come quello di avviare un trattore e buttarcisi sotto, che indica sicuramente una fantasia di ferocia. Mi viene in mente uno studio americano recente sui serial killer che mette proprio in evidenza questa scissione tra l'intelligenza e l'assoluta mancanza di partecipazione empatica rispetto a quanto commesso. È come se ci fosse un comportamento autistico. Il fatto che questo ragazzo a scuola fosse chiuso, e non avesse amici va nella stessa direzione di un carattere incapace di relazioni empatiche".

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Tragedia a Colognola. Solo ieri il padre ha scoperto la verità. L'esperto: "Era tutto organizzato"

VeronaSera è in caricamento