Additato come "pederasta fan dell'omosex", ottiene il risarcimento
Un avvocato veronese, dopo avere sostenuto posizioni liberali sui temi delle unioni omosessuali, era stato calunniato dall'associazione "Famiglia e civiltà". La Cassazione ha deciso in suo favore
Un nuovo importante segnale di tolleranza e apertura mentale arriva direttamente dalla Corte di Cassazione. A quanto pare, infatti, accusare qualcuno di essere “fan dell’omosex”, arrivando persino a equiparare l'omosessualità con la pedofilia al solo scopo denigratorio, è espressione che viola il “diritto all’identità personale”. Passibile, dunque, di risarcimento.
UN CASO CITTADINO - Questa la sentenza decisa dalla Cassazione, nel convalidare un risarcimento pari a cinquemila euro a favore di un avvocato veronese, M. G. che, dopo avere sostenuto nel corso di un’assemblea consiliare a Verona, posizioni liberali e democratiche sul tema del riconoscimento delle unioni omosex a seguito della risoluzione adottata in materia dal Parlamento europeo, era stato fatto oggetto di affermazioni denigratorie da parte dell’associazione “Famiglia e civiltà” che, nel diffondere un volantino, lo aveva descritto come “filo-omosessuale”, “fan dell’omosessualismo” e come “appartenente alla Verona dei pederasti”. Immediata la denuncia dell’avvocato all’associazione per lesione del suo onore e dell’immagine e il conseguente risarcimento di cinquemila euro per la “lesione del diritto all’identità personale” da parte della Corte d’appello di Venezia (novembre 2007).
SENZA APPELLO - Inutile il ricorso dell’associazione “Famiglia e civiltà” in Cassazione. La Terza sezione civile ha respinto il ricorso e ha evidenziato che il “giudice territoriale ha ritualmente ed esaustivamente compiuto accertamento che con motivazione scevra da vizi logico-giuridici ha del tutto condivisibilmente ritenuto violato il diritto all’identità personale” dell’avvocato. Inoltre, aggiunge la Suprema Corte, il giudice del precedente grado di giudizio ha “correttamente motivato circa l’esistenza e la consistenza della lesione lamentata da M. G. con riferimento all’attività politica esercitata”.