Arena, Festival Lirico. Terza serata evento con la Nona di Beethoven
Questa sinfonia è stata eseguita per la prima volta in Arena nel 1927, mentre l'ultima rappresentazione sul palcoscenico veronese risale al 1981
Domani, 15 agosto, alle 22 è in programma la terza serata evento del Festival Lirico 2017: nell'anfiteatro veronese risuoneranno le celeberrime note della Nona Sinfonia di Beethoven diretta da Daniel Oren, con le voci soliste di Erika Grimaldi (soprano), Daniela Barcellona (contralto), Saimir Pirgu (tenore) e Ugo Guagliardo (baritono). Le luci sono di Paolo Mazzon; Orchestra e Coro dell'Arena di Verona.
La Sinfonia numero 9 in re minore per soli, coro e orchestra, è l'ultima tra le sinfonie composte da Ludwig van Beethoven, che riceve la commissione dalla Società Filarmonica di Londra nel 1817. La principale opera di stesura avviene tra il 1822 e il 1824, data di completamento dell'autografo. Beethoven aveva concepito l'idea di scrivere due sinfonie di dimensioni e carattere insoliti, una delle quali puramente strumentale, l'altra con l'intervento del canto. A questi due progetti se ne aggiunge un terzo, che dà unità e compimento al lavoro: mettere in musica l’Ode alla Gioia di Friedrich Schiller. La libertà politica e di pensiero, essenza della gioia illuminista e concetto cardine dell'ode schilleriana, era infatti un tema assai caro a Beethoven che aveva fatto propri quegli ideali permeati di laica religiosità e di slancio universalistico. Il desiderio di Beethoven di musicare l'ode schilleriana risaliva almeno al 1793 e aveva trovato più volte un principio d'esecuzione: esistono infatti primi appunti già a partire dal 1798.
L'ode, pubblicata nel 1785 sulle pagine della rivista teatrale Rheinische Thalia, era già stata messa in musica, fino dal 1786, circa quaranta volte in veste liederistica o corale. L'Ode alla Gioia in realtà era stata intitolata da Schiller Ode alla Libertà e Beethoven la conosceva con questo titolo; il cambiamento avviene ad opera della censura austriaca, vista la somiglianza tra i vocaboli Freiheit, libertà, e Freude, gioia. L'Ode alla Gioia diventa quindi il finale della nuova, unica sinfonia: i primi tre movimenti sono esclusivamente sinfonici, mentre le voci di quattro solisti e coro, sono inseriti da Beethoven solo nel finale.
La Nona Sinfonia viene eseguita per la prima volta il 7 maggio 1824 al Theater am Kärntnertor di Vienna, in un programma beethoveniano che comprendeva tre brani della Missa Solemnis e l'ouverture Die Weihe des Hauses. Il successo di questa prima esecuzione è enorme: sebbene la Nona Sinfonia fosse di comprensione assai ardua, si racconta che il pubblico abbia tributato a Beethoven applausi a scena aperta. Solo l’autore non se ne avvede, a causa della grave sordità che lo affliggeva, fino a quando la cantante Carolina Unger lo prende per mano e gli mostra la folla che agitava cappelli e fazzoletti. Si tratta senza dubbio di una delle più celebri partiture di tutto il repertorio sinfonico, e certamente uno dei più grandi capolavori di Beethoven.
Il tema del finale, riadattato da Herbert von Karajan, è stato adottato nel 1972 come Inno europeo. Nel 2001 la composizione è stata dichiarata dall'Unesco "Patrimonio dell’Umanità".
La Nona è stata eseguita per la prima volta in Arena nel 1927, mentre l'ultima rappresentazione sul palcoscenico veronese risale al 1981.