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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Borgo Trento / Piazzale Aristide Stefani

Neonato in coma a Borgo Trento, sospetta Sindrome del bambino scosso

I medici hanno riscontrato lesioni ed un versamento intracranico, forse innescato da un forte scuotimento. La procura ha aperto un'indagine contro ignoti

Un neonato di quattro mesi è in coma nel reparto di terapia intensiva dell'ospedale della donna e del bambino di Verona. Un mese fa circa, il piccolo era stato portato nella struttura di Borgo Trento dai genitori, i quali avevano raccontato che il bimbo si era svegliato di notte piangendo. I medici hanno riscontrato nel neonato lesioni ed un versamento intracranico, forse innescato da un forte scuotimento. Per questo, i sanitari hanno raccolto informazioni anche tra i parenti ed hanno allertato gli agenti della Squadra Mobile. La procura ha così apert un'indagine, al momento contro ignoti.

L'ipotesi è che si tratti della cosiddetta Sindrome del bambino scosso o Shaken baby. È tra le forme più gravi di maltrattamento fisico dei neonati e consiste nello scuotimento violento del bambino. Un movimento in grado di causare un trauma cerebrale con complicanze neurologiche.

«Il pianto del bambino, nei primi mesi di vita, sembra davvero inconsolabile - hanno spiegato a Today dalla Società italiana di pediatria - Di fatto, piangere è l’unico strumento che il neonato ha per comunicare. Può avere fame, sonno, caldo, freddo, il bisogno di essere cambiato o semplicemente di coccole o del contatto fisico per essere rassicurato. Qualunque sia il motivo, non bisogna mai scuoterlo per calmarlo. Perché anche se può sembrare un gesto banale, i danni sul bambino, potrebbero essere gravissimi. Sono, invece, tante altre le soluzioni che si possono mettere in atto per cercare di calmare il pianto di un neonato: cullarlo nella carrozzina; fargli fare un giro in macchina; fargli un bagnetto rilassante; fasciarlo con un lenzuolo piegandogli gli arti in modo che ritorni nella posizione fetale; fargli sentire un fruscio o un rumore continuo. Se il pianto non si ferma e diventa davvero esasperante, la cosa migliore da fare, se non lo si riesce più a gestire e a sopportare, è lasciare il bambino in un posto sicuro e allontanarsi fino a quando non si è riacquistato un certo equilibrio. O in alternativa, chiedere aiuto ad altri membri della famiglia o amici e, nei casi più importanti, lasciare che un medico visiti il bambino, se ci sono dei dubbi sul suo stato di salute».

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