Sono sei le persone del veronese che finiranno davanti a un giudice per la maxi operazione della Procura di Bologna contro la 'ndrangheta denominata "Aemilia". Di questi sei, come riportato su L'Arena, tre sono i rinviati a giudizio: il quarantenne S. L., crotonese ma residente a Oppeano, il veronese A. B. anche lui di quarant'anni e l'imprenditore G. V., l'occulto proprietario di alcune aziende del veronese e ritenuto insieme al fratello l'emanazione imprenditoriale del gruppo 'ndranghetista attivo in Emilia e collegato alla Cosca Grande Aracri di Cutro. Oltre ai tre rinviati a giudizio ci sono anche tre uomini che saranno giudicati con rito abbreviato: il quarantaseienne S. C., cutrunese domiciliato ad Arcole, F. G., trentotto anni, anche lui di Arcole ma nato a Isola Capo Rizzuto e R. O. di cinquantaquattro anni, domiciliato a Roverchiara ma residente a Crotone. Nessun rilivo penale invece per l'imprenditore Moreno Nicolis, rappresentante legale della Nico.Fer, ditta interdetta dagli appalti pubblici.

Ieri, 21 Dicembre, si è svolta l'udienza preliminare di "Aemilia" con il gup Francesca Zavaglia che ha rinviato a giudizio 147 persone sulle 223 indagate, con capi d'imputazione che vanno dalla estorsione ai reati finanziari, al concorso esterno in associazione mafiosa fino alla vera e propria associazione di stampo mafioso. Due i prosciolti, mentre 71 saranno giudicati con riti alternativi.

Il nome più illustre tra quelli dei rinviati a giudizio è quello di Vincenzo Iaquinta, calciatore campione del mondo nel 2006. A lui si contestano reati di armi con l'aggravante di aver agevolato l'associazione mafiosa. Chi invece faceva parte dell'associzione è il padre di Iaquinta, Giuseppe.