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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Medico romano "eroe" sul treno, Zaia: «È solo abilitato, noi pronti ad assumerlo in Veneto»

Il governatore Luca Zaia: «A Roma è precario. Bene, ora dico che noi in Veneto saremmo onorati di averlo in uno dei nostri ospedali». Eppure il diretto interessato spiega: «È vero, sono un dottore. Ma una manovra così, dopo aver fatto un corso, la possono fare tutti»

«Il dottor Carlo Santucci, 33enne medico a Roma in vacanza a Cortina, ha tenuto in vita sul treno una donna in arresto cardiaco, per ben 40', finché non è arrivato l'elicottero del soccorso e l'ha salvata. "Il Veneto mi piace, a Roma mi arrabatto, e stavo proprio pensando di trasferirmi qui", ha dichiarato ai giornali. Il dottor Santucci è laureato e abilitato, ma non specializzato. A Roma è precario. Bene, ora dico che noi in Veneto saremmo onorati di averlo in uno dei nostri ospedali». Lo ha scritto su Facebook il governatore della Regione Veneto Luca Zaia, cercando di difendere la propria iniziativa tanto contestata da più fronti, anzitutto dagli ordini professionali dei medici, che prevede l'assunzione di 500 medici abilitati ma non specializzati all'interno degli ospedali della regione.

Luca Zaia, sempre via Facebook, prosegue così nel suo ragionamento: «Dopo essersi formato e abilitato, il dottor Carlo Santucci si è ritrovato di fronte a un’emergenza sanitaria in condizioni molto più difficili di quelle incontrate in un Pronto Soccorso: non era in un ambiente protetto, non aveva colleghi esperti accanto a sé, non disponeva di strumentazione, ma grazie alla sua laurea in Medicina e Chirurgia e senza una specializzazione specifica ha salvato una vita umana. Il suo esempio - ha quindi concluso Zaia - sia di monito per quanti ancora si permettono di dire che il nostro piano per assumere 500 medici abilitati, da inserire nei Pronto soccorso e nelle Medicine generali, è sbagliato». 

L'argomentazione del presidente della regione Veneto, all'apparenza così logica e stringente, tuttavia, è molto opinabile. Dispiace dover intervenire così bruscamente, ma l'episodio in questione non dimostra affatto la bontà di un provvedimento che, di per se stesso, presenta molte criticità come appunto evidenziato dagli ordini dei medici. A smentire l'utilizzo che della pur ammirabile vicenda ha voluto fare il governatore del Veneto Luca Zaia, sono anzitutto le parole del diretto interessato, il dottor Carlo Santucci. Il governatore afferma: «Grazie alla sua laurea in Medicina e Chirurgia e senza una specializzazione specifica ha salvato una vita umana». Ma il dottor Carlo Santucci nella sua intervista all'edizione romana del Corriere della Sera ha offerto una spiegazione ben diversa: «È vero, sono un dottore. - ha dichiarato il dottor Santucci - Ma una manovra così, dopo aver fatto un corso, la possono fare tutti».

Il problema sta proprio qui: non è una laurea in medicina (o almeno "non solo") che consente di apprendere le manovre da svolgere nel caso di un intervento di primo soccorso, bensì per l'appunto quello specifico "corso di primo soccorso", o BLS (Basic Life Support ndr) cui fa riferimento nella sua intervista il dottor Santucci e che, ad esempio, molti lavoratori nei più diversi ambiti hanno l'obbligo legale di frequentare. L'importanza di questi corsi sta non solo nell'insegnare a svolgere, persino al "cittadino comune", il massaggio cardiaco, bensì anche nel fornire più semplicemente le regole per la buona gestione di fasi delicate come quella della "chiamata dei soccorsi". In Gran Bretagna, ad esempio, dove questo genere di corsi sono molto più capillari nella popolazione, rispetto a quanto non avvenga in Italia, in un caso è stata addirittura una bambina di soli sei anni, la quale un paio di giorni prima aveva seguito a scuola un corso di primo intervento, a salvare la vita di sua madre nel giugno del 2018. 

È pur vero che i laureati abilitati in medicina possono tenere corsi di primo soccorso, ma la percentuale di coloro i quali sarebbero stati in grado nella pratica di svolgere un intervento, che proprio per questo resta "eccezionale", come quello compiuto sul treno dal dottor Carlo Santucci, sarebbero probabilmente una minoranza. Questo anzitutto perché portare avanti da solo un massaggio cardiaco per 40 minuti filati, è tutt'altro che un'operazione semplice, anzitutto dal punto di vista della "tenuta fisica". Più che l'essere medico del dottor Carlo Santucci, qui ha avuto un ruolo essenziale il suo essere uno sportivo, e ancora una volta a sottolinearlo è stato lo stesso dottor Carlo Santucci: «Ero stanco, avevo appena percorso 40 chilometri in bici, ma volevo rifarli anche al ritorno. - ha dichiarato sempre al Corriere di Roma il dottor Santucci - Sono uno sportivo e questo, forse, ha fatto la differenza nell’intervento».

Ed è sempre lo stesso medico Carlo Santucci a spiegare, questa volta dal proprio profilo Facebook, quanto i corsi di primo soccorso svolgano un ruolo fondamentale nella società: «Credo sia giusto condividere la mia esperienza per sensibilizzare tutti riguardo la conoscenza delle manovre di primo soccorso. Non dobbiamo essere per forza medici, infermieri o operatori del 118. Basta un corso di due giorni ed un aggiornamento annuale per riuscire, almeno, ad avere delle nozioni di base che permettano di soccorrere una persona in difficoltà nell’attesa di un intervento specializzato. Da sempre per me settembre è il mese dei propositi e dei nuovi obiettivi, - conclude il dottor Carlo Santucci - spero tra i vostri ci sia quello di iscrivervi ad un corso di primo soccorso».

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