La «protesta silente» che rischia di passare sotto silenzio andata in scena anche a Verona
Una categoria di «eroi degli ospedali» acclamati dall'opinione pubblica durante l'emergenza Covid-19 ha protestato anche a Verona davanti ai presidii di Borgo Roma e Borgo Trento
«Non siamo più disposti a vedere il nostro lavoro costantemente svilito. Non siamo più disposti a vederci esclusi dai tavoli di contrattazione che riguardano anche il nostro lavoro. Non siamo più disposti all’arbitrarietà delle università e dei direttori di scuola. Non siamo più disposti a pagare tasse universitarie in assenza di formazione e servizi adeguati». Con queste parole "ASVER, Associazione degli Specializzandi di VERona" presentava le ragioni della «protesta silente» che i medici in formazione specialistica hanno realizzato il 29 maggio anche a Verona dinanzi agli ospedali di Borgo Trento e Borgo Roma: «L’idea - spiegava la nota di ASVER - è di mostrarci all’opinione pubblica e alla stampa come una protesta "silente" ed in linea con le misure di protezione».
Chi sono gli "specializzandi"? Domanda banale per alcuni, meno forse per un'ampia fetta di opinione pubblica che di come funzioni un ospedale e quali siano le sue gerarchie lavorative interne ha forse un'idea piuttosto vaga e confusa. Proviamo allora a dare una risposta tramite un semplice paradosso: se domani gli ospedali italiani si svegliassero senza che un solo medico specializzando si recasse al lavoro, probabilmente sarebbero molto pochi gli ospedali che potrebbero continuare a fornire i loro servizi alle persone da curare. Uno degli slogan scritti su uno striscione esposto dai manifestanti a Verona dinanzi all'ospedale di Borgo Roma recitava: «Studente o lavoratore? Diritti e tutele per le nostre ore».
Post Facebook "ASVER, Associazione degli Specializzandi di VERona"
Il tema è in effetti soprattutto qui, essendo i medici in formazione specialistica tecnicamente degli "studenti" che pagano anche delle tasse universitarie, ma già si sono laureati e abilitati ufficialmente alla professione medica e risultano iscritti all'albo di riferimento. Questi stessi medici specializzandi ricevono come compenso mensile una "borsa di studio", vinta sulla scorta del concorso pubblico e, tuttavia, quegli stessi "studenti" sono anche dei "lavoratori" che nelle corsie degli ospedali italiani, oltre a proseguire la loro formazione specialistica, di fatto svolgono appunto un "lavoro" di essenziale importanza per il Sistema sanitario nazionale. Durante l'emergenza Covid-19 molti di loro si sono ritrovati nel bel mezzo della tempesta e, in condizioni certo straordinarie, hanno contribuito a tenere in piedi un Sistema sanitario nazionale che, come esplicitamente dichiarato anche da alte cariche dello Stato, dinanzi al virus ha rischiato seriamente di finire a gambe all'aria. Quali sono allora le ragioni della protesta dei medici specializzandi, che cosa li spinge a manifestare?
La risposta di "ASVER, Associazione degli Specializzandi di VERona" è stata la seguente: «Il motivo che ci ha spinto a prendere parte alla mobilitazione nazionale promossa da "Chi si cura di te?", "Federspecializzandi" e "Segretariato Italiano Giovani Medici", a cui hanno aderito numerose altre sigle, riguarda soprattutto la condizione in cui versano i medici in formazione specialistica. È necessaria una riforma innanzitutto culturale e formale del nostro ruolo di medici e professionisti in formazione all’interno del Servizio sanitario nazionale e del sistema universitario. Vogliamo lavorare insieme per riformare il contratto di formazione specialistica».
La nota di "ASVER, Associazione degli Specializzandi di VERona" quindi prosegue: «Appare evidente la necessità di riconoscere maggiori diritti e tutele ai medici in formazione specialistica, non solo in qualità di studenti, ma come giovani professionisti della salute; tutele che ogni lavoratore dovrebbe possedere!! Tali richieste nascono, dalla consapevolezza che la salvaguardia di un servizio sanitario pubblico e della salute della popolazione dipendono dalla qualità della formazione e dalle condizioni di lavoro degli operatori della salute».