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Cronaca San Martino Buon Albergo

Picchia la moglie incinta con la scopa e le getta un tavolino addosso

Due casi di violenza sulle donne finiscono in tribunale: entrambi mariti maneschi e senza pietà denunciati per percosse, minacce e torture dentro casa

Rinchiusa in una casa che era diventata per lei come un carcere: lì dentro subiva ogni tipo di umiliazione, tortura e maltrattamento dal marito che nemmeno aveva scelto di sposare. Questo il calvario di una 38enne di origine marocchina residente a San Martino Buon Albergo. Un incubo costituito da botte e minacce perpetrate da un uomo manesco, che era stata obbligata a sposare nel 2006 durante un matrimonio combinato dalle rispettive famiglie. La donna, vessata in ogni maniera, aveva trovato il coraggio, come segnala il Corriere Veneto, di rivolgersi alle Forze dell'ordine. E lunedì mattina, dopo aver trascinato il marito, coetaneo, forse il calvario è terminato. Con una condanna: quattro anni di carcere per maltrattamenti e lesioni, a monte di una richiesta dell'accusa di un anno e 8 mesi. Una pena molto più pesante, ma provocata dalla gravità dei fatti accertati: sulla donna, il marito aguzzino si era accanito senza pietà. Sberle e pugni che le avevano fratturato il naso e gli zigomi dopo che, terrorizzata, aveva chiesto aiuto ai vicini. Dalla quella casa l'uomo era andata a "riprendersela" con la forza, doveva riappropriarsi della "roba sua". Questa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, e ha spinto la 38enne a rivolgersi alle autorità. I due ora hanno divorziato.

In tribunale si sta concludendo anche un secondo caso di violenza terribile su una donna, perpetrato, ancora una volta, da un marito pericoloso e brutale. Era arrivato persino a picchiarla, mentre era incinta, con un manico di scopa. Un'altra volta, secondo la testimonianza della donna, le avrebbe scaraventato addosso un tavolino. E poi botte, calci, sberle, pugni, ingiurie e minacce. Ripetutamente, senza pietà, tutto dentro le mura di casa. L'uomo, 32enne di origine nigeriana ma residente nel Veronese, è stato denunciato per gravi maltrattamenti ed è finito davanti al giudice Cristina Angeletti. Il processo riprenderà tra poche settimane con le deposizioni dei testimoni.

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