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Cronaca Grezzana / Via Asiago

Proteste Lega e Forza Nuova contro i profughi di Costagrande: no appoggio da Avesa

Lunedì 20 luglio, in due cortei rigorosamente separati, Lega Nord e Forza Nuova hanno protestato alla tenuta di Grezzana. A difendere i profughi, i cittadini antirazzisti. Per gli abitanti di Avesa, si tratterebbe di una strumentalizzazione

Nonostante siano preoccupati per la situazione e abbiano anch'essi manifestato contro la struttura di accoglienza, gli abitanti di Avesa non hanno aderito alle due manifestazioni organizzate lunedì 20 luglio da Lega Nord e Forza Nuova contro i profughi di Costagrande. Come riporta L'Arena, gli avesani avrebbero dichiarato: "Quelli fanno i comizi per loro, fra di loro. Poi se ne vanno, e noi siamo punto e a capo. Non volevamo che la vicenda fosse politicizzata". Bocciatura, dunque, dai diretti interessati, cioè da coloro che abitano nelle zone limitrofe all'ex collegio universitario Don Mazza, che ricade nel comune di Grezzana. Oltre al mancato appoggio dei cittadini, a mettere i bastoni fra le ruote alle due manifestazioni, anche un gruppo di cittadini antirazzisti, che ha organizzato una contromanifestazione a difesa dei profughi ospitati a Costagrande. Se non bastasse, secondo quanto riporta L'Arena, si sarebbe rischiato un piccolo scontro tra i militanti della Lega Nord e quelli di Forza Nuova, quando i due cortei sono arrivati faccia a faccia.

La compagine della Lega Nord era formata dal segretario provinciale Paolo Paternoster, dal segretario cittadino Paolo Tosato, il presidente del Consiglio comunale Luca Zanotto, il coordinatore dei Giovani Padani Vito Comencini, l'assessore regionale Luca Coletto, l'ex assessore comunale Enrico Corsi e il sindaco di Isola Rizza Elisa De Berti. In tutto, una sessantina di militanti, non tutti esponenti politici. Tra bandiere di San Marco e stricioni, lo slogan "Renzi scafista, Tosi collaborazionista", come riporta L'Arena. Sempre sul quotidiano si legge che la parola più diffusa tra i manifestanti è "invasione". Termine che usa anche Paolo Paternoster che, su L'Arena, dichiara: "A Costagrande si è creata una situazione vergognosa, uno schifo. Non si possono ammassare centinaia di persone in quelle condizioni. Poi non ci si stupisca se i profughi creano disordini. Questa accoglienza senza regole è la causa dell'invasione".

Verso le 20, arriva anche il corteo di Forza Nuova, guidato dal coordinatore Luca Castellini. Qui il motto, riportato su uno striscione, è "Stop business accoglienza, è finita la nostra pazienza". Al momento dell'incontro tra i due cortei, i militanti di Forza Nuova urlano ai pochi cittadini presenti in piazza: "Cittadini, la Lega vi prende in giro: da decenni è nel sistema e non ha fatto nulla per evitare ciò di cui adesso si lamenta; fino a ieri la Lega ha sostenuto Tosi che ora non fa niente. Mentre Salvini si fa intervistare, siamo noi a condurre la vera protesta". Secondo L'Arena, l'invettiva ha quasi fatto scoppiare una rissa, prontamente sedata dai poliziotti. Forza Nuova è poi proseguita verso Costagrande, dove ad atterla non c'era solo la polizia, ma un gruppo di contromanifestanti, pronti a difendere la dignità dei profughi.

In una nota inviata ieri alle redazioni, i "cittadini/e antirazzisti" raccontatano: "Oggi pomeriggio ad Avesa la Lega e Forza Nuova con il gruppo integralista Christus Rex manifestavano contro l’insediamento di circa trecento profughi ospitati in una struttura della zona gestita da una cooperativa. Forza Nuova aveva comunicato l’intenzione di raggiungere il luogo dove risiedono i profughi con il pretesto di incontrare il proprietario della struttura. Per questo una ventina di cittadini e cittadine antirazzisti li hanno preceduti improvvisando una presenza fuori dai cancelli in difesa degli ospiti. La polizia, intervenuta dapprima con toni fintamente paternalistici per far togliere l’unico striscione che recitava Indietro non si torna refugees welcome e due bandiere antifa, è passata rapidamente alle minacce di sgombero con uso della forza, schierando in maniera molto aggressiva una schiera di celerini. I presenti sono stati continuamente ripresi dalla telecamera della Digos che, non soddisfatta, ha poi provveduto all’identificazione. La motivazione di tanta arroganza stava nel fatto di costituire un problema di ordine pubblico in quanto motivo di attrazione per i neofascisti che, secondo la polizia, sarebbero comunque rimasti nel luogo previsto per la loro manifestazione. Cosa che invece non è affatto avvenuta tant’è vero che, mentre gli attivisti scendevano verso il paese, molti gruppetti di razzisti salivano verso la struttura.  Le istituzioni, in tutta Italia, continuano a stravolgere la realtà politica e sociale equiparando chi cavalca l’odio razzista e fascista nei confronti degli ultimi a chi invece si batte per estenderne i diritti. Ci chiediamo se, visto che la gestione dell’accoglienza dei profughi è finanziata con progetti europei, non sia possibile uscire dalle politiche di emergenza e progettare un’accoglienza diversa, che non favorisca reazioni di violenza razzista nella popolazione, offrendo il fianco alle strumentalizzazioni delle destre e della Lega". Dunque, tra tanti detrattori, i profughi di Costagrande hanno trovato anche dei difensori.

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