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Coronavirus, Zaia: «I veneti devono capire di stare in casa. Tra 5 giorni picco nelle terapie intensive»

Il governatore non usa mezzi termini: «I nostri modelli ci dicono che se continuiamo a non rispettare le regole entro il 15 di aprile avremo 2 milioni di veneti contagiati»

È un governatore del Veneto dai toni sicuramente più decisi quello apparso oggi, mercoledì 11 marzo, durante l'ormai consueta conferenza stampa mattutina di aggiornamento sulla situazione coronavirus nella regione.

Luca Zaia non ha usato mezzi termini: «Rispetto alle terapie intensive (segnalate in numero di 68 alle ore 7.30 di oggi ndr) vi posso già dire che sono salite a 75». E proprio su questo i toni di Zaia divengono d'improvviso drastici: «Voglio fare una comunicazione ai veneti, i veneti devono capire che devono restare in casa. I veneti devono capire che la prima cura al virus siamo noi».

Poi il governatore Zaia rivela: «I nostri modelli ci dicono che tra 5 giorni avremo un picco nelle terapie intensive, i nostri modelli ci dicono che se continuiamo a non rispettare le regole entro il 15 di aprile avremo 2 milioni di veneti contagiati. Allora il vero tema è che dobbiamo richiamare tutti alla responabilità». Cosa significa "responsabilità"? Zaia lo chiarisce in termini molto netti: «Non andare il fine settimana al mare a fare passeggiate, non andare nei centri commerciali, non andare nelle piazze, non andare in nessun posto che non sia il posto di lavoro o il negozio di alimentari per approvvigionarsi di generi alimentari». 

«Questo - prosegue poi il governatore Zaia - è un appello che faccio ai veneti, lo faccio con forza perché stiamo per entrare nell'area di turbolenza, il nostro ufficio studi e gli algoritmi ci danno delle proiezioni che, purtroppo, se non riusciamo a intervenire con l'aiuto di tutti, la curva non riusciamo ad arrestarla e questo deve essere chiaro a tutti. La prima cura al virus siamo noi, nei nostri comportamenti, nel fatto che dobbiamo mantenere le distanze di sicurezza nell'interlocuzione con le persone e nel fatto che dobbiamo limitare al minimo i rapporti sociali».

«Questa è un'emergenza - ha quindi sottolineato il governatore Zaia - che ci trasciniamo non per qualche settimana, ma per un bel po'. Adesso c'è bisogno di tutti. Si eviti di venire a far domande del tipo "se posso portare il bambino a ginnastica, al parco" o altre robe del genere, perché la raccomandazione migliore che vi dò è quella di stare in casa. Meno persone frequentate, anche tra i famigliari - rincara quindi il presidente del Veneto Luca Zaia - e meglio è. Il che significa che è giusto tenere i rapporti con i genitori, piuttosto che con i figli o quant'altro, però sappiate che meno persone ci sono che s'incontrano e meglio è».

Qual è l'insidia più temuta al momento? Il governatore lo spiega così: «È il soggetto positivo asintomatico che, per usare un termine tecnico, ha un "R0" (numero di riproduzione di base ndr) pari a "2,4" e questo vuol dire che ogni persona positiva asintomatica riesce a contagiare 2,4 persone». 

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