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Zaia: «Nelle intensive abbiamo meno pazienti Covid che normali. A settembre 30mila tamponi al giorno»

Il governatore del Veneto ha annunciato che la Regione sta predisponendo un piano di screening «che viaggia sui 30mila tamponi al giorno»

«Oggi abbiamo più pazienti in terapia intensiva che non hanno il coronavirus, cioè 237, contro i 110 positivi al coronavirus e in intensiva», così il governatore del Veneto Luca Zaia ha inaugurato il suo punto stampa odierno, venerdì 1 maggio, dedicato all'emergenza sanitaria. Il governatore del Veneto ha quindi voluto sottolineare il calo complessivo dei ricoveri e delle terapie intensive, ma anche l'aumento delle persone dimesse dagli ospedali che sono salite a quota 2.641.

Zaia ha annunciato che la Regione sta predisponendo un piano di screening «che viaggia sui 30mila tamponi al giorno e riteniamo possa diventare operativo pienamente alla volta di settembre e comunque prima della nuova ondata, oggi ne facciamo già 12mila/13mila al giorno». Il governatore ha poi spiegato che è in programma l'acquisto di tre nuove macchine per tamponi da destinare agli hub di Treviso, Vicenza e Venezia, macchine ha aggiunto Zaia «che ha già il professor Crisanti a Padova e che sta comprando anche Verona».

Il presidente del Veneto ha quindi riferito che il governo nazionale sta decidendo degli indicatori che serviranno a stabilere eventualmente dove intervenire nella "Fase 2" per applicare delle misure di quarantena puntuali e localizzate: «Noi siamo preoccupati del fatto che i parametri siano affrontabili, - ha detto Zaia - ad esempio al comitato tecnico-scientifico ho contestato formalmente quello del "numero dei contagiati" perché se uno non fa tamponi non ha nemmeno i contagiati. E così finisce che il virtuoso è più penalizzato di quelli che non fanno i tamponi. Allora io dico, - ha aggiunto Zaia - se volete ragionare sul numero dei contagiati allora i dati vanno parametrati in base al numero di tamponi che fa ciascuna regione». Un ragionamento che, sia detto in modo esplicito, non fa una piega.

Il governatore del Veneto ha quindi spiegato che nella giornata di ieri vi sono stati diversi confronti con il ministro della Salute, ma anche con il ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia: «Si è parlato anche di ordinanze, è vero che c'è un po' di dibatti sulle ordinanze, - ha quindi aggiunto Zaia - ma io spero si capisca che le ordinanze della nostra regione non sono in contrasto con il Dpcm ma ordinanze che vogliono portare un principio di buon senso e di rispetto nei confronti del cittadino. Noi non ritireremo le nostre ordinanza, - ha poi sottolineato Zaia - ma le rinnoveremo nell'ottica sempre di trovare un percorso comune rispetto a quanto previsto dal governo, sicuramente non in contrapposizione. Uno dei punti che ci contestano è la vendita di fiori e piante, così come vestiti ai bambini nei mercati open air, ma se le contestazioni sono queste vuol dire che siamo a buon punto». Il governatore ha poi spiegato che «abbiamo chiesto venga affrontato il tema dei minori, perché ci vuole una misura straordinaria che venga presa subito sul tema dei genitori che tornano al lavoro e non sanno a chi affidare i propri figli». 

Zaia ha quindi affrontato il tema della crisi economica in uno dei settori più colpiti dall'emergenza, vale a dire quello del turismo: «Dei 50mila posti di lavoro in Veneto, 35mila il turismo ne perde 35mila, è un settore messo purtroppo in ginocchio, in merito fa male leggere che pare ai cittadini tedeschi venga data disposizione di non programmare le vacanze fino al 15 giugno, penso questo sia un nuovo problema. Noi dobbiamo comunicare che chi arriva nella regione Veneto arriva nel posto più sicuro al mondo rispetto alla questione coronavirus, visto che ce lo riconoscono a livello mondiale questo nostro modello». 

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