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Pfas, la Regione chiede chiarimenti al ministro Lorenzin sulla plasmaferesi

Due documenti sono stati inviati a Roma, uno da parte dell'assessore regionale Coletto e l'altro sottoscritto dal coordinatore del Centro Regionale Attività Trasfusionali e dai direttori dei Dipartimenti Trasfusionali

Due documenti inviati dalla Regione Veneto al ministro della salute Beatrice Lorenzin. Uno da parte del coordinatore del Centro Regionale Attività Trasfusionali (Crat) e dei direttori dei Dipartimenti Trasfusionali del Veneto e l'altro dell'assessore regionale alla sanità Luca Coletto. L'oggetto dei due messaggi è lo stesso: la plasmaferesi. Non si è infatti concluso il braccio di ferro tra Stato e Regione sulla terapia offerta ai cittadini veneti per abbattere la concentrazione di Pfas nel sangue. Terapia sconsigliata dal ministro Lorenzin e sospesa dalla Regione Veneto che però parla di ottimi risultati.

Ieri, 18 dicembre, si sono riuniti il coordinatore del Crat Antonio Breda e i direttori dei Dipartimenti Trasfusionali della Regione Giustina De Silvestro, Alberta Alghisi, Loredana Martinelli, Stefano Capelli, Gianluca Gessoni, Francesco Chiavilli e Andrea Frigato. Nel documento che hanno sottoscritto, i sanitari, per quanto riguarda la sicurezza, sottolineano che "vengono effettuate ogni anno decine di migliaia di plasmaferesi in Italia e milioni di procedure nel mondo" e che "se ci fosse anche lontanamente il sospetto di inaccettabili frequenze di reazioni avverse legate alla procedura, questa non sarebbe certo applicata a milioni di donatori di sangue nel mondo". E che "il regime applicato in Veneto per la rimozione dei Pfas è di gran lunga meno invasivo di quello applicato nei donatori di sangue. Se ne deve concludere che l'esecuzione di un numero limitato di procedure di plasmaferesi ogni due settimane è pratica sicura e sostanzialmente scevra da rischi".

L'altra lettera inviata al ministro Lorenzin è dell'assessore Coletto che ha chiesto chiarimenti. La posizione espressa dalla Lorenzin "ha fatto sorgere dubbi sul decreto ministeriale che prevede l'utilizzo della plasmaferesi - scrive Coletto - Infatti, in quest’ultimo caso, potrebbero aprirsi profili di problematicità per i Centri Trasfusionali e, in generale, per l'approvvigionamento di sangue".

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