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Cronaca

La svolta del Ferraris: Gandhi al posto di Cristo

La proposta del preside: il simbolo della pace universale. Polemica con Tosi

La decisione della Corte va rispettata. Anzi, io nelle aule invece del crocefisso esporrei Gandhi, simbolo universale di pace e amore per il prossimo, sopra ogni religione”. Le parole del preside dell’istituto Galileo Ferraris Dino Poli vanno controcorrente alle opinioni espresse finora, soprattutto a Verona, sulla decisione della Corte Europea di rimuovere i crocefissi dalle scuole, perchè “costituiscono una violazione del diritto dei genitori a educare i figli secondo le loro convinzioni e una violazione alla libertà di religione degli alunni”.

Il Ferraris fa scuola. Poli, in realtà, si è già mosso da cinque anni per affrontare questo problema, recependo in pieno la sentenza della Corte Europea. L’idea è quella di far maturare una sensibilità religiosa negli studenti, delegando a loro la scelta di tenere o meno il simbolo in aula o di sostituirlo con un altro da loro ritenuto più consono (ad esempio i dipinti di Mantegna o Cimabue), in base a cosa questo rappresenti per loro. “Abbiamo così impostato la presenza del crocefisso in modo diverso e meno ipocrita. Tosi sbaglia ad affermare che la nostra società si riconosce nel crocifisso, - continua  il preside -: i giovani non hanno una coscienza religiosa matura e bisognerebbe chiedere loro che significato danno a quel simbolo. Sono spesso i genitori a lamentarsi della presenza o dell’assenza del crocefisso in classe. Piuttosto credo sia più importante toglierli dalle aulee di tribunale”. Il vescovo di Verona Giuseppe Zenti chiede la revoca della sentenza, sostenendo che “il valore del Crocefisso va oltre il significato religioso”.

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