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Cronaca Borgo Roma / Via Porto Tolle

Intitolata a Girolamo Caliari la Biblioteca Civica in via Porto Tolle a Borgo Roma

Girolamo Caliari nacque a Verona nel 1805, discendente dell'antica casata che aveva dato al mondo i celebri pittori veronesi. A lui è stata oggi intitolata la Biblioteca Civica in Borgo Roma

L’assessore ai Servizi demografici Alberto Bozza ha partecipato questa mattina, sabato 22 ottobre, alla cerimonia di intitolazione della biblioteca civica in via Porto Tolle, Borgo Roma, all’ingegnere e patriota, protagonista del Risorgimento italiano, Girolamo Caliari. Presenti il pronipote Raimondo Caliari, autore del libro sulla famiglia Caliari ‘L’Albero dalle Foglie irrequiete’, il presidente della 5ª circoscrizione Alberto Caliari, il presidente di Agsm Fabio Venturi e gli alunni della classe 5ª della scuola Primaria Giuliari.

“Un veronese che, animato dall’amor di patria, ha partecipato attivamente a momenti storici importanti della nostra città e della nazione – ha detto Bozza – adoperandosi fattivamente nelle guerre risorgimentali e, dopo la campagna del 1848-49, collaborando con il ‘Comitato Rivoluzionario Veronese’ nella diffusione delle cartelle di prestito che Mazzini emetteva per raccogliere fondi per ‘la giusta causa dell’insurrezione’; un impegno – conclude l’assessore – per cui subì la carcerazione e la dura persecuzione della polizia austriaca ”.

biblio caliari

CHI È GIROLAMO CALIARI - Nato a Verona nel 1805 discendente dell’antica casata che aveva dato al mondo i celebri pittori veronesi, fu studioso di scienze matematiche e si laureò in ingegneria a Padova, applicandosi poi all'architettura ma in particolar modo all’idraulica.

Impegnato attivamente nelle guerre risorgimentali collaborò con il ‘Comitato Rivoluzionario Veronese’, per cui fu arrestato nel 1852 e rinchiuso a Mantova. Amico di Carlo Montanari, ne condivise con lui la lotta contro il giogo austriaco e la carcerazione alla Mainolda, con la confisca dei beni e l’inizio di patimenti della moglie e dei suoi figli. Per tutto il tempo che durò in Verona il dominio straniero, fu perseguitato dalla polizia austriaca; nemmeno la libertà nel 1866 portò conforto al suo animo nobile e idealista.

Gli ultimi anni di vita trascorsero tra stenti e rassegnazione, nell’indifferenza generale, dopo una vita vissuta con lealtà, coerenza, sacrifico per la realizzazione di quel sogno di libertà che tanti italiani avevano atteso e creduto possibile. Morì nella città scaligera nel 1873.

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