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Intitolata agli agenti Biondani e Bencivenga la Sala Stampa della Questura

La cerimonia si è svolta questa mattina, 14 marzo. Il Questore Mangini: "La famiglia della Polizia di Stato ha pagato un pesante contributo di dolore. Dobbiamo dimostrarci degni dell'esempio che ci hanno dato"

Questa mattina, 14 marzo, si è tenuto il secondo e ultimo passaggio del "Percorso della Memoria" voluto per ricordare il sacrificio degli Assistenti della Polizia di Stato Ulderico Biondani e Vincenzo Bencivenga a 24 anni dalla loro scomparsa. A loro è stata intitolata la Sala Stampa della Questura di Verona e recentemente altre cerimonie sono state organizzate per ricordare i fratelli Massimiliano e Davide Turazza e Giuseppe Cimarrusti, tutti insigniti di Medaglie d'Oro al Valor Civile.

Durante la cerimonia il Questore di Verona Enzo Giuseppe Mangini ha dichiarato: "La famiglia della Polizia di Stato ha pagato in provincia di Verona, un pesante contributo di dolore, che ha segnato e continua a segnare profondamente la nostra comunità. Ciò spiega perché, ad ogni triste anniversario, ci raccogliamo commossi in tanti, per ricordare i colleghi caduti. Non a caso si è deciso di intitolare ad Ulderico e Vincenzo la Sala Stampa della Questura, all’interno nell’area occupata dalla Squadra Mobile, dove essi prestavano valorosamente servizio quali componenti della Sezione Antidroga; qui essi sono ancora oggi particolarmente ricordati, soprattutto da quanti, in servizio o in congedo, con loro hanno condiviso tante esperienze e tanti sacrifici. Si tratta di ambienti ove si incontrano spesso storie difficili di un’umanità smarrita e sofferente. Con queste, chi ha scelto il difficile mestiere di rappresentante dello Stato è chiamato costantemente a confrontarsi; talvolta in situazioni drammatiche come accadde a Ulderico e Vincenzo. L’impegno, allora, deve essere quello di dimostrarci sempre degni del loro esempio, continuando a svolgere il servizio reso al Paese con piena consapevolezza delle nostre responsabilità e dei meriti che ci vengono riconosciuti. Ai familiari, così duramente colpiti negli affetti più cari, l’abbraccio affettuoso di tutti noi, che non dimentichiamo".

Nel suo intervento, il fratello di Vincenzo Bencivenga, Silvio, ha sottolineato: "Nel corso delle cerimonie che si sono susseguite in questi 24 anni, con le varie intitolazioni - i due palazzetti dello sport a Zevio e Sommacampagna, la strada a Verona, la villa confiscata alla Camorra, divenuta sede di alcuni uffici comunali di Mondragone e il Distaccamento della Polizia Stradale di Cellole, vicino Mondragone - sono state dette tante cose positive dei nostri ragazzi. Però mi va di ricordare su tutto il sorriso e la risata contagiosa di Vincenzo e l’ironia di Ulderico".

"Qui in Veneto - ha continuato Silvio Bencivenga - opera un’associazione, la Fervicredo, che da anni si batte affinché vengano uniformati i benefici riconosciuti alle vittime del dovere con quelli più favorevoli riconosciuti alle vittime del terrorismo e della criminalità organizzata. Per questo voglio fare un appello a una persona che ha purtroppo assaggiato pure lui il dolore di chi perde un caro per aver fatto il proprio dovere fino in fondo e credendo in quello che faceva, al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella rivolgo il mio composto appello affinché con le prerogative riconosciutegli dalla legge possa sensibilizzare gli organi legislativi affinché ci sia finalmente una "livella" tra le varie vittime, valutate solo per il sacrificio compiuto senza differenziazione, come sono sicuro che viene fatto già lassù dove stanno tutte insieme senza alcuna distinzione".

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