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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Emergenza inquinamento a Verona e in Veneto: l'affondo del Movimento 5 Stelle

Il traffico, i consumi energetici e la siccità stanno mettendo in ginocchio la Val Padana. In Consiglio Regioanle il M5S punta il dito contro le misure adottate in Veneto

La concentrazione di polveri sottili a Verona, ma anche nel resto del Veneto e in tutta la Val Padana ormai sfora i limiti di legge quasi quotidianamente. La prolungata assenza di piogge e il perdurare dell'alta pressione stanno portando i livelli di inquinamento alle stelle. In una nota stampa, è intervenuto il gruppo consiliare del Movimenti 5 Stelle del Consiglio Regionale del Veneto:

Viviamo in Veneto, siamo nati qui, avvolti fin dalla nascita da una coltre di smog che oramai rischia di determinare irrimediabilmente la nostra vita, di indirizzarla verso un destino di malattia e morte. Non è l'incipit di un film di fantascienza e nemmeno un libro di un autore visionario che ci mostrano e raccontano una triste storia ma sono i dati che in tutti questi anni emergono da studi e rapporti che riguardano il Veneto, a malincuore e con il magone lo diciamo: è la realtà del luogo in cui stiamo esistendo.

Da settimane siamo sotto gli influssi nefasti di una cappa anticiclonica che impedisce quasi totalmente la dispersione degli inquinanti. L’assenza di vento e di precipitazioni per fasi temporali così prolungate, in epoca di riscaldamento globale, da anomalia sta diventando purtroppo una triste normalità in un circolo vizioso duro da spezzare. In particolare le emissioni di gas serra via via crescenti a partire dallo scorso secolo, hanno determinato un aumento di temperatura che ha reso più forti e durature le alte pressioni, che a loro volta determinano il ristagno e il peggioramento della qualità dell’aria. In un gioco che tale non è, ma che potremmo definire perverso, l’inquinamento produce figure atmosferiche che a loro volta lo esasperano ulteriormente rendendolo sempre più subdolo, presente e ostile nei confronti della salute umana.

I dati, eccoli: il 92% delle centraline ARPAV in Veneto ha superato la soglia dei limiti dei valori di PM10, polveri sottili cancerogene classificate dalla IARC nel gruppo 1, che racchiude le sostanze altamente tossiche per la salute umana. Un esempio, Arpa Veneto: la soglia per le polveri sottili raccomandata dall’Oms è di 10 mg/m3, in questi giorni nel Vicentino è di 100, dieci volte oltre il limite, nel 2012 Padova è stata la città più inquinata d'Europa per i livelli di Ozono, Venezia proprio in questi giorni riporta valori di PM10 di 148 mg/m3, 14 volte sopra la soglia limite fornita dall’OMS. PM10 vuol dire soprattutto automobili e TIR, ed in Veneto ci sono quasi 10.000 km di strade e siamo tra le prime regioni del nord Italia (Liguria a parte) per incidenza tra km di strade e superficie territoriale.

Una fotografia terrificante che non è casuale ma bensì causale perchè si collega alle scelte politiche che le passate e attuali giunte regionali stanno mettendo in atto, decisioni che aggraveranno ancor di piu’ la qualità pessima dell'aria che respiriamo in Veneto dato che, tra opere recentemente completate ed opere in previsione, si parla di 30-40 miliardi di euro indirizzati in catrame e cemento, ovvero strade ed ospedali per la maggior parte. Un collegamento preoccupante, costruendo strade aumenterà il traffico e di conseguenza le emissioni di sostanze inquinanti e di converso cresceranno esponenzialmente i malati, come a dire “inquiniamo l'aria ma non preoccupatevi perchè avrete più ospedali per curarvi”. In Veneto spendiamo 353 milioni di euro per la spesa dei ricoveri dei malati di tumore, senza calcolare il costo dei cicli di chemioterapia che si aggira sui 3.000 euro a paziente, e invece di ridurre queste cifre che pesano sul bilancio sanitario della Regione Veneto, la soluzione è quella di costruire ulteriori ospedali, un ossimoro folle. Ma non basta, il proliferare di grandi, medi e piccoli inceneritori è all'ordine del giorno, sempre avvallati dall'autorizzazione regionale, impianti che secondo uno studio del Registro dei Tumori del Veneto, effettuato in un bacino di circa 100.000 abitanti nella Riviera del Brenta, chi abita a ridosso di un impianto di incenerimento rischia fino a 20 volte di ammalarsi di tumore, dati allarmanti che hanno portato alla stesura di una Mozione da parte dei Consiglieri del Movimento 5 Stelle di Venezia con la richiesta di chiusura temporanea della centrale ENEL di Fusina/Marghera, ed in tutti i Comuni veneti i Consiglieri M5S stanno agendo per risolvere il problema con altrettante mozioni, interrogazioni ed interpellanze. Infine le grandi industrie impattanti, come cementifici, acciaierie, fonderie, mangimifici che con una forte pressione di inquinamento contribuiscono a rendere il quadro generale in modo definitivamente grave.

Nell'ultimo Documento di Economia e Finanza Regionale in Veneto per il periodo 2016/2018 non c'è più traccia dello sviluppo su rotaia, si afferma che i veneti preferiscono le auto per gli spostamenti senza considerare che proprio i miliardi investiti in strade invece di rotaie obbliga le persone a utilizzare l'unico mezzo possibile, cioè l'auto e questo dimostra la furbizia e l’incapacità di questa giunta regionale nel risolvere il problema dell’aria e come lo affronta in maniera sterile e senza obbiettivi precisi.

A questi governanti di passaggio ricordiamo che il dramma della malattia tumorale all’interno delle famiglie venete è il segno indelebile di una mancanza di cura ed affetto verso i propri cittadini e invitiamo il presidente Zaia a chiedere scusa e perdono del dolore che loro stessi con le loro scelte continuano a perpetuare alla loro tanto amata popolazione veneta. Con che coraggio possono dire ancora ‘‘prima i Veneti’’ quando la nostra salute resta per ultima proprio a causa delle loro scelte politiche che perseguono l’obbiettivo di creare cemento, asfalto e nuovo traffico? Questo modello tuttora in atto in Regione, è assurdo, anacronistico e criminale, quei miliardi buttati in catrame e cemento devono essere spostati e destinati al risanamento ambientale, agli spostamenti su rotaia, alla riqualificazione energetica, alle strutture turistiche e nella cultura, in questi settori risiede anche la creazione di lavoro, forse la Regione ancora non sa che 1 miliardo investito in petrolio e cemento genera fino 1.000 posti di lavoro mentre lo stesso miliardo investito in riqualificazione energetica ne genera fino a 18.000, dati lucidi e impietosi verso coloro che oggi amministrano una Regione con la stessa identica idea di sviluppo di 30 anni fa, idea che ci ha gettato in queste condizioni disperate e che continuare a perseguire ancora oggi alle soglie del 2016 è sintomo di cecità e follia.

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