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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Arcole / Via Padovana

Contaminazione da Pfas, il Governo alza la soglia: "Regalo per chi inquina"

Un decreto del ministro dell'ambiente Galletti ha 'allentato' notevolmente le restrizioni per le sostanze perfluoroalchiliche, scatenando una nuova ondata di polemiche, partite soprattutto dal Movimento 5 Stelle

Il Governo ha fissato, con un decreto del ministro dell'ambiente Galletti, i limiti soglia per i Pfas (sostanze inquinanti) nelle acque di falda aumentandoli di sette volte. Si tratta delle stesse sostanze prodotte dall'azienda Miteni Spa, di Trissino, indicata come la principale responsabile della contaminazione rilevata nel Veneto meridionale, che ha interessato anche diversi comuni della Bassa Veronese. Il Ministero invece ha rispettato i valori indicati dall'Istituto superiore di Sanità per quanto riguarda i perfluori, che da tempo non vengono prodotti dalla ditta vicentina. 

Un decreto che non poteva non scatenare nuove e vibranti polemiche, lanciate dagli esponenti veneti del Movimento 5 Stelle: "L'azienda Miteni S.p.a. che li produce (i Pfas, ndr), ora può inquinare sette volte di più". 
La deputata Francesca Businarolo, il senatore Enrico Cappelletti, i consiglieri regionali Jacopo Berti e Manuel Brusco e la consigliera comunale di Montecchio Maggiore Sonia, attaccano con una nota congiunta la scelta effettuata dal Governo. 

Credevamo che i tempi in cui si alzavano i limiti per rendere legale l’illegalità fossero finiti, invece ancora oggi nel 2016 questa brutta pratica è all’ordine del giorno. Il Ministero dell’Ambiente con un decreto legge di metà luglio fissa i limiti per le acque sotterranee (quelle di falda) e chiamarli limiti è un ossimoro. È l'ennesimo regalo del governo alle lobby, è la vittoria delle lobby contro l'ambiente. Ed avviene mentre al G20 si fanno ipocrite promesse ambientaliste.

Mentre per i vecchi composti a 8 atomi, che non sono più prodotti, rispetta i limiti dell’Istituto Superiore di Sanità, per i nuovi composti a 4 atomi, che da studi spagnoli risultano essere anche più pericolosi in quanto vanno ad intaccare anche il cervello ed i polmoni (cosa che i composti a 8 atomi non facevano), rilascia praticamente licenza in bianco di scarico: dal limite Iss 500ng/lt al limite del decreto a 3.000 ng/lt per il PFBA. Se non è un regalo all’azienda che li produce, cos’è?

Ma, visti i precedenti, non ci stupiamo: anche il Ministero ed il Governo del Veneto si sono allineati o meglio inginocchiati alla multinazionale che controlla la Miteni spa di Trissino.
Basti andare a vedere i limiti imposti dal depuratore di Trissino allo scarico della Miteni: sui composti a 4 atomi in produzione oggi prevedono che “il livello di concentrazione medio annuo non debba superare quello rilavato l’anno precedente”. Inoltre i limiti del consorzio Arica - che inizialmente imponevano di rispettare da subito i limiti dell'ISS - sono stati vanificati da un decreto regionale che ha fatto un dietrofront clamoroso, imponendo l'applicazione di tale limite alla media annuale e sversamento per sversamento.

Ricordiamo inoltre che 10 sindaci del nostro territorio aspettano dall'ottobre 2015 una risposta dal Ministero alla loro richiesta di applicare il principio chi inquina paga. I sindaci possono aspettare, la Miteni invece?
C’è un altro aspetto infine da considerare: l’acqua utilizzata dalle industrie locali per le loro produzioni viene pescata dalla falda già fortemente contaminata da PFAS, utilizzata e poi scaricata ai depuratori consortili. Nella maggior parte dei casi supera i limiti imposti con un doppio danno, il primo è che si disperde nell’ambiente acqua contaminata, il secondo che le industrie dovrebbero munirsi di filtri a loro spese per depurare l’acqua contaminata che pescano nel sottosuolo.

Chi inquina paga oppure a chi inquina diamo licenza di continuare ad inquinare indisturbati?

E ancora: perché tutti i costi di filtraggio, nuovi allacciamenti, biomonitoraggio sono a carico della collettività e non a carico di chi il danno lo ha causato?

Chi ci guadagna realmente da tutta questa operazione?

Tuteliamo la salute di 300.000 cittadini veneti, gli interessi del settore agroalimentare o tuteliamo gli interessi di un’azienda privata con 130 dipendenti? Nel governo Renzi e in Regione chi inquina non paga, guadagna.
L'esempio dato dai governi nazionale e regionale é quello di essere forti con i deboli e deboli con i forti, se poi a pagare il conto più alto cioé da una parte la compromissione della salute e dall'altra gli interventi per la riduzione del danno, saranno sempre i cittadini, pare che a Zaia e a Ministro dell'ambiente non importi per nulla. In fondo non stiamo mica parlando di prosecco.

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