Omicidio all'ospedale di Legnago. La regione ha inviato quattro commissari
Dovranno verificare se ci sono stati errori nelle procedure in quella vigilia di Pasqua in cui un paziente polacco di 35 anni ha perso la testa, uccidendo il suo compagno di stanza
Sono stati inviati anche quattro commissari della regione Veneto per fare luce su quanto successo all'ospedale Mater Salutis di Legnago nella notte tra sabato 15 e domenica 16 aprile.
Un uomo, Tomasz Piotr Matula, 35 anni polacco, era stato ricoverato nel reparto di rianimazione dopo atti di autolesionismo. Al suo risveglio, dopo essere stato sedato, l'uomo ha perso la testa. Ha aggredito in maniera lieve gli infermieri che lo volevano fermare e ha staccato anche il respiratore del suo compagno di stanza, Francesco Cevoloni, 51enne di Cerea, causandone il decesso. Come dichiarato dall'assessore regionale alla sanità Luca Coletto a L'Arena, quello che è successo è un fallimento per tutto il Veneto. Per questo sono stati inviati gli ispettori per verificare che non ci siano stati errori nelle procedure.
Delle prime risposte sono state fornite dal direttore sanitario dell'Ulss 9 Denise Signorelli. In molti, anche tra i familiari della vittima, si sono chiesti come mai una persona come Matula si trovasse nel reparto di rianimazione. Signorelli ha risposto che qualsiasi persona che arriva in ospedale sedata e intubata viene trasferita in rianimazione. È una prassi standard.
E procedono secondo la prassi le indagini della magistratura. È stata disposta l'autopsia sul corpo di Francesco Cevoloni, per aver la conferma sulla causa del decesso. Ed è stato ascoltato anche Tomasz Piotr Matula. Il suo legale ha dichiarato che l'uomo è sedato da giorni e piantonato in psichiatria, quindi le sue parole non sono del tutto attendibili. In aggiunta, il 35enne polacco non capisce e non parla l'italiano. Non si ricorda molto di quello che è accaduto. Ricorda di essersi liberato per andare via.
