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Incidenti stradali Monteforte d'Alpone / Via Roma

Verona, Devid il "gigante" tradito dalla sua passione per la moto: intera comunità nello sconforto

Il 35enne di Monteforte è morto sabato, intorno alle 18e30, sulla strada regionale 11 all'ingresso di Castelnuovo del Garda, sotto gli occhi atterriti della sua ragazza. Il mondo sportivo lo ricorda: "Disponibile e gentile"

Ha lasciato sgomenti l’ultima grave perdita veronese. Lo ha tradito una delle sue due passioni: la moto. Un incidente grave si è portato via Devid Righetti, 35enne vicentino poi trapiantato nel Veronese. Lo chiamavano il “gigante” per il suo fisico possente. Purtroppo nemmeno la sua prestanza fisica, un metro e novanta per ottanta chili, è riuscito a salvarlo. Devid Righetto è morto sabato, intorno alle 18e30, sulla strada regionale 11 all'ingresso di Castelnuovo del Garda, sotto gli occhi atterriti della sua ragazza. Il 35enne, che avrebbe compiuto gli anni a luglio, si era da poco lasciato alle spalle Peschiera del Garda in sella alla sua Suzuki 1000, quando, giunto all'altezza di via Brennero che conduce a Sandrà, ha colpito la ruota sinistra della Ford Fiesta che lo precedeva e che stava svoltando a sinistra. Devid abitava da 4 anni a Monteforte d’Alpone, dove lavorava al Centro prenotazioni dell’Ulss 21 di Legnago. E’ quella sportiva la più nutrita comunità a salutare il “gigante” di 35 anni. Righetto, che giocava a calcio da tutta una vita, aveva cominciato nella formazione dell’Altair, squadra del San Pio X di Vicenza. Poco tempo ci mise poi a farsi notare dalle grosse squadre.

Il Vicenza lo accolse nelle sue giovanili, arrivando fino alla Primavera e mettendosi in luce per un posto in Serie A. Successivamente arriva la svolta: il fratello Eris, che gioca con la Glaxo di Marcelletti, lo “contagia” con i canestri e Devid tenta la sorte nel mondo dei giganti della pallacanestro e arriva a toccare la carriera professionista in A2. Nel 2006, però, abbandona il basket e arriva nel Veronese. Torna a rimettere le scarpe con i tacchetti e lo fa inizialmente per il Lugagnano, in Eccellenza. Poi si concede al Castelnuovo Sandrà per tornare al Lugagnano e poi al Motecchio Maggiore, in Serie D. Quando decide di tornare in terra veronese lo fa fino alla sua drammatica fine: gioca a Santa Lucia, a Vigasio, Caldiero, San Martino Speme e al Real Monteforte. Infine al Quaderni. Come spiega L’Arena,

«Aveva solo due passioni, il calcio...e sfortunatamente la moto, quella che l'ha tradito», diceva ieri Roberto Martinelli, presidente del Real Monteforte. «Devid era un bravissimo ragazzo, cresciuto in una famiglia splendida. Quello che mi ha colpito del suo anno con noi è stata la straordinaria disponibilità che aveva nei confronti dei ragazzini. In squadra, poi, ci aveva messo un attimo a legare con tutti, era una bravissima persona». La conferma la dà proprio uno di quei ragazzi, uno di quelli che erano stati conquistati dal “gigante buono”. «Era un tipo di poche parole ma quelle che usava erano per incoraggiare gli altri dopo un errore. Dava sempre tutto per quello che faceva sul campo», ricorda un amico, «e tanto era indulgente con gli altri tanto si arrabbiava con se stesso se a sbagliare era lui»

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