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Incidenti stradali Porto San Pancrazio / Lungadige Galtarossa

Incidenti mortali. Nel veronese si rischia di battere il record negativo del 2014

Nei primi sei mesi di quest'anno sono stati 33 i sinistri con morti sulle strade. Nello stesso periodo dell'anno peggiore, il 2014, se ne erano registrati 30

Un appello al buonsenso, perché il diritto alla mobilità non equivale al diritto ad avere la patente

Il comandante della Polizia stradale di Verona Girolamo Lacquaniti ha voluto lanciare un allarme in un periodo critico per la sicurezza stradale. È cominciata l'estate, il traffico aumenta, come aumentano gli utenti più deboli della strada, perché il susseguirsi delle belle giornate spinge tutti ad uscire per andare a fare una passeggiata, oppure un giro in bicicletta o in moto. Cresce dunque il rischio di incidenti mortali e se il trand annuale non diminuisce, il 2016 potrebbe chiudersi con il record negativo di morti sulle strade veronesi.

"Nei primi sei mesi di quest'anno - ha dichiarato Lacquaniti - ci sono stati 33 incidenti mortali nella provincia di Verona. Di questi 16 rilevati dalla Stradale. L'anno peggiore per gli incidenti mortali è stato il 2014 e nel primo semestre di quell'anno se ne erano registrati 30, tre in meno rispetto a quest'anno. L'anno scorso, il 2015, la situazione era migliorata e infatti i sinistri mortali fino a giugno erano stati 24".

Dal punto di vista dei controlli gli agenti danno il loro contributo, come dimostrano i dati dell'Ufficio verbali. Ma la legge non può arrivare dappertutto. "Stiamo lavorando bene per prevenire e per reprimere la guida in stato di ebbrezza, ad esempio, ma i fattori come la distrazione, la stanchezza o lo stato di salute, non possono essere normati. Non ci può essere una legge per tutto e dove non arriva la legge deve arrivare il buonsenso dei cittadini, che non si devono mettere alla guida se non sono in condizioni ottimali. Ad esempio, purtroppo abbiamo registrato casi in cui il responsabile dell'incidente doveva andare o stava tornando da una struttura sanitaria, come accaduto a Brentino Belluno. Il mio appello vale anche per i parenti, che devono intervenire e vietare la macchina ai membri della famiglia che non sono in grado di guidare in sicurezza".

Quindi mettersi al volante solo se si è in buone condizioni, e poi quando si guida evitare le distrazioni. "Ci capitano ancora incidenti stradali in cui il conducente è morto e ha ancora in mano il cellulare", ha raccontato Lacquaniti che poi ha concluso: "Il diritto alla mobilità è sacrosanto e non si tocca, ma questo non vuol dire che tutti si devono spostare in automobile. Quando una persona non è nelle condizioni per poter guidare l'auto in sicurezza, non si deve mettere alla guida".

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