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Rogo nelle Acciaierie: "Niente di grave". Bertucco chiede un piano per il Couver

Il direttore dello stabilimento, Bruno Marzoli, lo ha definito "un incidente senza conseguenze", mentre il consigliere comunale vuole s'interroga sulla riqualificazione e la riconversione dell'area

In data odierna attorno alle 07:50 circa si è sviluppato un incendio nella zona del deposito degli olii e grassi esausti, deposito autorizzato e munito di vasca di raccolta per eventuali spandimenti.
Precisiamo che tutto quanto distrutto è racchiuso all’interno del deposito in fusti metallici.

È la nota inviata nel pomeriggio di martedì da Bruno Marzoli, il direttore dello stabilimento Acciaierie di Verona, dove nella mattinata del 4 luglio è scoppiato un incendio che fortunatamente non ha provocato feriti. 

Le cause dell’accidentale sono in via di definizione, ma al momento del sinistro di fianco al deposito erano presenti solo camion in sosta.
In attesa dell’intervento dei VVFF le nostre squadre antincendio si sono prodigate nelle prime attività di contenimento, terminate con il completo spegnimento dopo l’arrivo dei VVFF.
Il fenomeno in complesso è durato qualche minuto e non ha fatto registrare danni o infortuni alle nostre Maestranze.
Successivamente ARPAV ha effettuato un’ispezione al deposito olii e la verifica dell’impianto trattamento acque, risultato perfettamente efficiente e funzionante. L’ARPAV ha impartito disposizioni per il piano di lavoro degli smaltimenti e sistemazioni.
Pur trattandosi di un incidente senza conseguenze siamo dispiaciuti di aver provocato apprensione nella Cittadinanza limitrofa.

Preoccupato invece per le possibili ripercussioni sull'ambiente, e quindi sulla salute dei cittadini, il portavoce alla Camera per il Movimento 5 Stelle, Mattia Fantinati, è intervenuto dopo gli ultimi episodi avvenuti in città. 

Due incendi un due giorni. Domenica sera nella zona di Borgo Milano, al Couver e stamane alle Acciaierie Riva. Il rischio di inquinamento ambientale in città è molto alto e per questo preoccupante visto che a Verona il livello di smog è sempre al limite consentito. Farò quanto mio messo a disposizione per capire la reale situazione dei fatti.

Già nel pomeriggio di martedì, Arpav aveva scongiurato possibili criticità ambientali dopo il rogo scoppiato al Couver, per il quale ora il consigliere comunale Michele Bertucco chiede un piano per il futuro. 

La proposta di riconversione del Couver Tennis presentata dalla proprietà unitamente ad altri soggetti nel 2011 prevedeva di realizzare un immenso blocco di residenziale da quasi 55 mila metri cubi, grossomodo 200 appartamenti. L’amministrazione Tosi l’aveva giudicata ammissibile ma “non conforme agli obbiettivi dell’amministrazione per il quinquiennio”.

Ha detto l'esponente di Verona in Comune e Sinistra in Comune, che poi ha proseguito. 

Nel 2014 la proprietà aveva già cambiato orientamento, presentando, questa volta da sola, una proposta per realizzare “un’area sosta camper e tende” su metà della superficie disponibile. L’amministrazione Tosi l’aveva inserita in Variante 23 al Piano degli Interventi, mai arrivata all’approvazione definitiva.

Dal punto di vista della proprietà questa apparente schizofrenia si spiega con la necessità di adeguarsi alle variazioni del mercato che ciclicamente premiano gli investimenti in residenziale, commerciale, ricettivo. Più difficile giustificare il comportamento dell’amministrazione, la quale dovrebbe valutare le proposte di riconversione sulla base di una pianificazione e di una visione generale.

Cosa serve alla Terza Circoscrizione e cosa è utile autorizzare in quell’area? La risposta ora tocca all’amministrazione Sboarina che, si spera, deciderà con razionalità anche alla luce della necessità di adeguare il Pat per il quale sono già passati 10 anni dall’approvazione. L’urbanistica infatti non è la sommatoria delle scelte dei privati.

Infine non si può non notare come, anche per il Couver Tennis, si stia innescando la stessa psicologia emergenziale che ha caratterizzato altri interventi in altre parte della città, ad esempio alle ex Cartiere, dove situazioni di degrado conclamato (e trascurato) hanno portato ad accettare e a far accettare qualsiasi soluzione “purchessia”. Anche per questo motivo attendo di vedere le relazioni dell’Arpav sulle cause degli incendi.

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