rotate-mobile
Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Zai / Viale del Lavoro

È cominciato il Vinitaly 2017. Danese: "Confronto sul futuro del vino dell'Ue"

L'Unione europea è la superpotenza enologica nel mondo e il presidente di Veronafiere chiede di discutere sulle misure di promozione e le prospettive della politica agricola dell'Ue

"La presenza del commissario europeo Hogan nell'anno del 60anniversario dei Trattati di Roma è l'occasione concreta per un confronto sul futuro della vitivinicoltura italiana ed europea, sulle misure di promozione e sulle prospettive della politica agricola comunitaria dopo il 2020". Lo ha detto all’inaugurazione del Vinitaly numero 51, il presidente di Veronafiere Maurizio Danese.

"Il nostro export enologico - ha aggiunto Danese - è fondamentalmente basato sui tre mercati di Stati Uniti d'America, Germania e Regno Unito, il che potrebbe diventare un fattore di rischio. Per questo è necessario diversificare, sviluppando o aprendo mercati minori e potenziali, e occorre farlo anche attraverso la condivisione delle politiche di promozione e sviluppo dell'Unione Europea. Veronafiere con Vinitaly ha organizzato un imponente piano di incoming con circa 50 mila operatori esteri attesi da 140 nazioni".

Inaugurazione Vinitaly 2017 (Foto Ennevi - Veronafiere)

Secondo le elaborazioni di Ismea, realizzate per Veronafiere in occasione dell'inaugurazione del Vinitaly, il vecchio continente giganteggia in quasi tutti i mercati del pianeta, in un contesto in cui il vino si sta affermando sempre più come bevanda globale. Complessivamente sono 166 i milioni di ettolitri di vino prodotti nell'Ue a 28 stati, per un fatturato export di circa 20 miliardi di euro. Due dati chiave che fanno dell'Unione europea la vera superpotenza enologica del pianeta, con quasi i due terzi della produzione mondiale e circa il 70% della quota di mercato globale.

E la crescita sembra non arrestarsi nonostante la concorrenza dei produttori emergenti. Nel periodo 2010-2016 il valore delle esportazioni dei produttori europei è cresciuto infatti del 37%, per contro gli scambi mondiali hanno registrato un aumento del 33%. Nel dettaglio sono Francia (8,3 mld di euro), Italia (5,6 mld di euro), Spagna (2,6 mld di euro), Germania (931 mln di euro), Portogallo (727 mln di euro), e Regno Unito (606 mln di euro) i primi 6 paesi produttori dell'Ue a 28. Completano la top 10 i Paesi Bassi, l'Austria, il Belgio e la Danimarca. I top 6 exporter sommano complessivamente ben oltre il 90% delle vendite Ue. Tra questi l'incremento più importante tra il 2010 e il 2016 lo ha segnato l'Italia (+43,5% in valore), seguita dalla Spagna (+40,2%), dalla Francia (+30,3%), dal Regno Unito (+24,1), dal Portogallo (+18,4%) e dalla Germania (+5,8%), per una volta con un trend commerciale nettamente inferiore a quello italiano.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

È cominciato il Vinitaly 2017. Danese: "Confronto sul futuro del vino dell'Ue"

VeronaSera è in caricamento