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Cronaca

Il Pdl va in frantumi: "I finiani? Se ne vadano"

La destra sociale alza il tiro. Mariotti: "I fratelli Giorgetti si decidano"

Il Pdl sta implodendo e la frattura ormai è inevitabile. L’ufficiosità si sta tramutando in certezza e intanto le dirigenze latitano. A Verona la situazione sta ulteriormente scemando e il punto di rottura sta proprio in quelle stesse correnti che da tempo spaccano in due la direzione pidiellina veronese. “Non vogliono discutere e chiedono autonomia e indipendenza? Che se ne vadano. Di certo non li rimpiangeremo”. A buttare benzina sul fuoco (e a stappare le bottiglie) ci pensa Massimo Mariotti, esponente di spicco di quella destra sociale che di cui è portavoce nazionale l’acerrimo nemico di Gianfranco Fini, Gianni Alemanno.

Non so cosa pensino di fare le nostre cosiddette dirigenze regionali e i fratelli Giorgetti. Addirittura il minore dei due, Alberto, ha lanciato l’ennesimo paradosso, dicendo che ‘il suo cuore sta con Fini ma la testa con il Pdl’. Se non altro, almeno in questo, non ha mancato di coerenza, visto che ha firmato entrambi i famosi documenti. E cioè ha autografato sia la mozione berlusconiana, sia quella finiana. Dalle mie parti si dice che sta provando a tenere il piede in due scarpe”. Con Mariotti e l’assessore Vittorio Di Dio da una parte, e l’outsider forzista Davide Bendinelli dall’altra, si fanno sempre più pesanti le pressioni alla scissione. Continua Mariotti: “E’ da mesi che ripetiamo un intervento chiarificatore alle dirigenze. Ma nulla si è mai mosso e tutto ciò ci porta a pensare sempre più che il direttivo comunale e provinciale manifesti un’assurda visione personalistica della politica”.

Una polemica che non interessa l’altro Giorgetti, Massimo, che a Verona è stato recordman di preferenze e si riserva tempo per valutare la situazione con raziocinio: “Le parole di mio fratello rispecchiano le sue opinioni personali, non ha parlato assolutamente in qualità di coordinatore regionale del Pdl. A vederla da qua la situazione è di difficile interpretazione e aspetto di decidere avendo i documenti sottomano. Io non ho sottoscritto nulla. Auspico comunque che la crisi rientri e che la frattura non sia inesorabile come molti sperano”.

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