I benzinai scioperano, proteste dei consumatori
Distributori chiusi dal 15 al 17 settembre. Il Codacons attacca: "Danneggiati i cittadini"
Lo sciopero dei gestori di impianti stradali di carburante interesserà anche Verona: è stato deciso nel corso di una affollata assemblea della Figisc-Confcommercio scaligera, che giovedì sera ha richiamato, nella sede della Confcommercio veronese, una cinquantina di operatori.
L’astensione in programma da mercoledì 15 a venerdì 17 settembre è legata al disegno di legge sulla concorrenza e la riorganizzazione del mercato; la Figisc scaligera, unico sindacato della provincia a rappresentare gli interessi dei gestori, seguirà in ogni caso l’evolversi della situazione, dopo che i vertici nazionali della categoria hanno ventilato la possibilità di arrivare ad una revoca dello sciopero stesso. La protesta, dicono le organizzazioni di categoria dei gestori Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc-Anisa Confcommercio, riguarda sia gli impianti di rete ordinaria, che le aree di servizio autostradali, raccordi e tangenziali cittadine.
"Nessun tipo di confronto infatti hanno inteso riaprire né il ministero dello sviluppo economico, né l'industria petrolifera che, al contrario, insistono nell'assumere atteggiamenti ed iniziative volte a marginalizzare ed estromettere forzatamente dal mercato migliaia di piccole imprese nelle quali prestano la loro opera, al servizio della collettività, decine di migliaia di lavoratori" scrivono in una nota unitaria i sindacati confermando tuttavia per domani pomeriggio, l'incontro con il sottosegretario allo Sviluppo economico, Stefano Saglia, presso il ministero.
"Il tutto senza che i consumatori ne traggano il minimo vantaggio, come dimostra l'andamento dei prezzi dei carburanti" aggiungono Faib, Fegica e Figisc-Anisa i quali hanno chiesto nei giorni scorsi "un intervento diretto della Presidenza del Consiglio ed in particolare del Sottosegretario di Stato, Gianni Letta, a sottolineare la drammaticità dello stato della vertenza e la complessità dei temi sollevati".
"Fortemente critico" il Codacons nei confronti dei gestori. "Queste forme di protesta sono sbagliate, perché danneggiano unicamente i cittadini - afferma il presidente nazionale del Codacons, Carlo Rienzi -. Indipendentemente dalle motivazioni dello sciopero, che possono anche risultare condivisibili, chiudere gli impianti e impedire per tre giorni di fare rifornimento equivale a prendere gli incolpevoli automobilisti come ostaggi, arrecando loro un evidente danno".
L’astensione in programma da mercoledì 15 a venerdì 17 settembre è legata al disegno di legge sulla concorrenza e la riorganizzazione del mercato; la Figisc scaligera, unico sindacato della provincia a rappresentare gli interessi dei gestori, seguirà in ogni caso l’evolversi della situazione, dopo che i vertici nazionali della categoria hanno ventilato la possibilità di arrivare ad una revoca dello sciopero stesso. La protesta, dicono le organizzazioni di categoria dei gestori Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc-Anisa Confcommercio, riguarda sia gli impianti di rete ordinaria, che le aree di servizio autostradali, raccordi e tangenziali cittadine.
"Nessun tipo di confronto infatti hanno inteso riaprire né il ministero dello sviluppo economico, né l'industria petrolifera che, al contrario, insistono nell'assumere atteggiamenti ed iniziative volte a marginalizzare ed estromettere forzatamente dal mercato migliaia di piccole imprese nelle quali prestano la loro opera, al servizio della collettività, decine di migliaia di lavoratori" scrivono in una nota unitaria i sindacati confermando tuttavia per domani pomeriggio, l'incontro con il sottosegretario allo Sviluppo economico, Stefano Saglia, presso il ministero.
"Il tutto senza che i consumatori ne traggano il minimo vantaggio, come dimostra l'andamento dei prezzi dei carburanti" aggiungono Faib, Fegica e Figisc-Anisa i quali hanno chiesto nei giorni scorsi "un intervento diretto della Presidenza del Consiglio ed in particolare del Sottosegretario di Stato, Gianni Letta, a sottolineare la drammaticità dello stato della vertenza e la complessità dei temi sollevati".
"Fortemente critico" il Codacons nei confronti dei gestori. "Queste forme di protesta sono sbagliate, perché danneggiano unicamente i cittadini - afferma il presidente nazionale del Codacons, Carlo Rienzi -. Indipendentemente dalle motivazioni dello sciopero, che possono anche risultare condivisibili, chiudere gli impianti e impedire per tre giorni di fare rifornimento equivale a prendere gli incolpevoli automobilisti come ostaggi, arrecando loro un evidente danno".