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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Blitz della Finanza nel Veronese contro il "caporalato": sei in manette

Un "caporale", un medico, funzionari dell'Inps ed un finanziere, sono stati arrestati nell'operazione scattata giovedì mattina nella provincia scaligera

Questa mattina, 9 agosto, all'alba i baschi verdi della guardia di finanza di Verona ha eseguito 6 misure cautelari coercitive nell'ambito di una complessa indagine sul caporalato in provincia di Verona. Un medico di 78 anni di San Bonifacio, iniziali A.L., è finito in carcere, mentre sono scattati gli arresti domiciliari per due funzionari dell'Inps, iniziali A.B. e P.S., e per un finanziere della compagnia di Soave, un luogotenente di 53 anni le cui iniziali sono A.R.. Ai domiciliari anche una collaboratrice del medico di San Bonifacio, iniziali T.B., mentre un altro collaboratore, iniziali P.M., è stato sottoposto all'obbligo di firma. Il finanziere A.R. deve rispondere di truffa aggravata ai danni dello stato, mentre per gli altri arrestati le accuse sono di falsità in atto pubblico, truffa aggravata in concorso e corruzione.

L'indagine che ha portato a questi sei arresti è lo sviluppo di una serie di controlli svolti dai finanzieri veronesi per contrastare il caporalato. Nello specifico, i controlli sono partiti dal novembre 2017, quando nel ferrarese è capitato un incidente stradale in cui sono rimasti coinvolti dodici lavoratori, residenti nel veronese e impiegati in cooperative scaligere. È stato quell'episodio a far partire gli accertamenti che hanno portato all'arresto del caporale, un 56enne di nazionalità marocchinaArresto avvenuto nei mesi scorsi. Per il 56enne è scattato il giudizio immediato per i reati di favoreggiamento all'intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, ed è ancora ai domiciliari. Sono inoltre ancora in corso le verifiche fiscali sulle cooperative di cui risulta titolare.

Ma l'arresto del 56enne non ha fermato le indagini che hanno poi portato agli arresti di oggi e che continueranno per oltre agli arrestati c'è un numero consistente di indagati. È stato scoperto, infatti, che il sistema di sfruttamento dei lavoratori, quasi tutti di origine africana e privi di documenti d'identità o permesso di soggiorno, era molto più articolato. Il caporale e i suoi sodali riuscivano a far dichiarare abili al faticoso tipo di lavoro richiesto, anche se i lavoratori sfruttati non si erano mai presentati alle visite mediche. Il tutto tramite la complicità del medico di San Bonifacio, specializzato in medicina del lavoro, che rilasciava falsi certificati di idoneità. I certificati venivano rilasciati per lavoratori che non avevano documenti di identità e che a volte non si presentavano neanche alle visite. E per ogni falso certificato, il medico intascava circa 50 euto.

Ha preso così il via il filone d'indagine che riguarda il medico veronese 78enne. Indagine che ha coinvolto due suoi collaboratori, uno di Caldiero e l'altro di Belfiore, che svolgevano per lui diverse mansioni, tra cui intrattenere rapporti con alcuni funzionari dell'Inps di Verona impiegati nell'ambito della procedura prevista per l'assegnazione dei punteggi di invalidità e la concessione delle relative pensioni e indennità. Il medico infatti non si limitava solo all'attività illecita svolta per il caporale e che ha coinvolto circa un quindicina di braccianti, ma si occupava anche di altro. In un periodo di pochi mesi, da marzo a giugno del 2018, i finanzieri hanno scoperto almeno 42 soggetti, principalmente italiani, che a fronte di pagamenti di circa 150-200 euro riuscivano ad ottenere falsi certificati che attestavano malattie invalidanti. Con questi certificati, le commissioni di verifica dell'Inps venivano imbrogliate e così i soggetti che avevano pagato il medico riuscivano ad ottenere pensioni di invalidità o indennità di accompagnamento, pur non avendone diritto. In questa attività illecità erano coinvolti anche i due funzionari dell'Inps arrestati, i quali erano in continuo contatto con il medico e per lui seguivano le pratiche dei pazienti con i falsi certificati.

Il sesto arrestato è il finanziere della compagnia di Soave, il quale aveva un rapporto di amicizia con il medico e che spesso si intratteneva con lui, quasi in qualità di consulente. Il finanziere ha beneficiato di almeno due certificati falsi che gli avrebbero consentito di assentarsi legittimamente dal lavoro.

Contestualmente agli arresti di oggi sono state eseguite 10 perquisizioni domiciliari, 2 perquisizioni presso studi medici e 2 perquisizioni in uffici dell'Inps.

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