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Cronaca

Glaxo, l'Sos dei sindacati: "Ci stanno dimenticando"

D'Arienzo (Pd): "La Provincia deve mettersi in moto. Non siamo rappresentati"

Centro Glaxo, tutto da rifare. “Si sono dimenticati di noi. Siamo stati completamente abbandonati dalle massime istituzioni che in un primo momento erano pronte a difendere il polo farmaceutico a spada tratta”. La voce di Francesco Crespi, delegato sindacale del centro farmaceutico GlaxoSmithKline di Verona, potrebbe risuonare nell’ambito della protesta ma si tratta, invece, di un disperato appello a Regione, Provincia e Comune per aggiornare sulle attuali situazioni dei lavoratori e ricercatori dell’ormai già considerato “ex” polo d’eccellenza.

“Al momento dell’annuncio sull’immediata chiusura del complesso di via Fleming- annuncia Crespi- abbiamo ricevuto il supporto del presidente Miozzi, del prefetto Stancari, dei ministri Scajola e Sacconi, del sindaco Tosi e della Regione. Ma da due mesi a questa parte non abbiamo più saputo nulla. E per i 1200 lavoratori appesi un filo nulla si è più mosso”. Dati alla mano, il polo Glaxo conta 2400 addetti ai lavori: con la “destrutturazione” aziendale voluta dalle dirigenze inglesi del gruppo, per 518 ricercatori, 120 addetti ai servizi interni e 200 nei reparti contabili e amministrativi il futuro sarà nerissimo. “Ci tagliano fuori da qualsiasi decisione- continua Crespi- e nel contempo ci prendono in giro, giustificando ogni intenzione dicendo che ‘si sta operando per il bene di tutti’. Si parla di futuro ma l’unica cosa che possiamo presumere è che da centro d’eccellenza sulle neuroscienze, la Glaxo si trasformerà in un magazzino di transito merci”. E proprio “destrutturazione” è la parola chiave quando si considera che il polo di ricerca verrà mutuato in un centro servizi ad uso di aziende commissionanti.

“Per i non addetti ai lavori la differenza potrebbe essere minima ma per noi è un fatto disastroso. In poche parole svenderanno le nostre conoscenze, la nostra intellettualità, la nostra capacità creativa di produrre brevetti sui farmaci per mutuarla con un semplice ruolo di ‘passacarte’ in cui aziende esterne ci chiederanno, su commissione, di valutare prodotti altrui. E i ricercatori ne usciranno sviliti”. A prendere il proverbiale “toro per le corna” è il consigliere provinciale Pd, Vincenzo D’Arienzo, che proprio stamane, al palazzo Scaligero, ha organizzato una seduta del gruppo consiliare per promuovere la mozione dei lavoratori Glaxo. Spiega D’Arienzo: “Assurdo che dopo i bei proclami iniziali di tutto il parterre politico di maggioranza, non si sia ancora giunto a decisioni o, quantomeno, a una prova di forza del presidente Miozzi sulla situazione delicatissima del polo di ricerca. L'esclusione, di fatto, della Provincia, massima Istituzione elettiva, e del Comune capoluogo, non rende merito alla rappresentatività del territorio nel cui contesto culturale, sociale ed economico l'eccellenza Glaxo è cresciuta giovandosi dei fattori positivi presenti. Non è sufficiente la presenza al tavolo nazionale della sola Regione Veneto. Verona deve essere rappresentata”.

Una Regione che secondo quanto riferito da Crespi, nega ogni possibilità: “Siamo stati dal prefetto Stancari perché facesse da tramite con il governatore Zaia. Ma ad oggi nessuna risposta. Sarà nostra intenzione organizzare un tavolo che abbia la massima copertura nazionale, comprese le reti Rai. Il 26 e 27 maggio convocheremo i maggiori esponenti delle istituzioni regionali ed italiane per chiedere risposte”. La prima sembrerebbe arrivare proprio dal Comune che a margine delle dichiarazioni di Crespi e D’Arienzo ribadisce il proprio interessamento a farsi portavoce delle mozioni dei dipendenti. Dall’ufficio di Tosi lo spiraglio si apre: “Stiamo lavorando da quando è sorta la crisi. Non ci siamo affatto dimenticati di loro e stiamo garantendo i collegamenti più solidi con il Governo nazionale per trovare una soluzione positiva per tutti”.

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