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Cronaca Pastrengo / Strada Provinciale 27a

Si allarga la famiglia di tapiri del Parco Natura Viva: un piccolo è in arrivo

Proprio in occasione della Giornata Mondiale dedicata a questo animale, arriva la notizia dell'imminente arrivo di un nuovo cucciolo di questa specie già fortemente minacciata

Mamma Irene e papà Rondel sono in attesa del loro secondo piccolo, che arriverà nel giro di qualche settimana. Ora Pinto, il loro primo figlio di due anni, dovrà accettare di dividere le attenzioni di mamma e papà con un fratellino o una sorellina, finchè anche per lui non arriverà il momento di formare altrove un'altra famiglia.

Si ingrandisce la famiglia dei tre Tapiri sudamericani ospitata al Parco Natura Viva di Bussolengo e l’annuncio della gravidanza della femmina arriva allo scoccare della Giornata Mondiale del Tapiro. Celebrata ogni anno il 27 di aprile, ricorda che in Brasile, Argentina e Venezuela i Tapiri sudamericani hanno subito un declino del 30% negli ultimi 30 anni, massacrati per lo più dalla deforestazione che avanza e dalla caccia indiscriminata. Ogni nuovo nato in un parco zoologico, contribuisce al mantenimento di quel patrimonio genetico che in natura va scomparendo.

I segnali ci sono tutti e ci auguriamo che Irene porti a termine il parto imminente senza problemi, come aveva già fatto per Pinto due anni fa”, spiega Caterina Spiezio, responsabile ricerca e conservazione del Parco Natura Viva. “Quando nascerà, il piccolo avrà il tipico manto bruno costellato di striature bianco-panna che lo distinguerà decisamente dai genitori, ma che in natura aiuta la prole a mimetizzarsi tra il fitto della foresta tropicale”. Anche chiamato “il giardiniere della foresta”, il Tapiro ha un ruolo ecologico chiave negli ecosistemi che abita, già fortemente minacciati: grazie alla sua dieta erbivora e ai suoi lunghi spostamenti, è un ottimo veicolo per la dispersione dei semi e il mantenimento della biodiversità. “La sua piccola proboscide, che usa per afferrare germogli o come “boccaglio” quando si immerge, è la testimonianza di quanto antica sia questa specie”, ricorda Caterina Spiezio. “Ha attraversato indenne molte ere geologiche, fino a 30 milioni di anni fa. Non vogliamo essere noi a determinarne l’estinzione”.

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