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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Danno di immagine al Comune di Verona: Giacino dovrà versare 268 mila euro

L'assessore al Bilancio, Michele Bertucco, spiega che la «Sezione del Veneto della Corte dei Conti ha ritenuto di accogliere la richiesta di ammissione a rito abbreviato», che si svolgerà il 15 giugno, «presentata dall’ex vicesindaco»

«La Sezione del Veneto della Corte dei Conti, nella Camera di Consiglio del 20 aprile 2023, ha ritenuto di accogliere la richiesta di ammissione a rito abbreviato presentata dall’ex vicesindaco Vito Giacino, chiamato dalla Procura Regionale della Corte dei Conti a rispondere del danno di immagine causato al Comune di Verona per la nota vicenda di concussione nei confronti dell’imprenditore Leardini. Il rappresentante del Comune di Verona si era espresso contro l'ammissione.
Di conseguenza, la richiesta di risarcimento formulata dalla Procura, ammontante a 536.734 euro, è stata ridotta della metà, attestandosi a 268.367 euro, da versare entro 30 giorni dal decreto, depositato il 3 maggio 2023. Il giudizio di rito abbreviato si svolgerà il 15 giugno prossimo». A riferirlo è l'assessore al Bilancio del Comune di Verona, Michele Bertucco, che all'epoca presentò un esposto, quando era consigliere comunale all'opposizione. 

«A fronte delle due sentenze di condanna passate in giudicato nei confronti dell’ex vicesindaco e della moglie (Corte d’Appello di Venezia, sentenze n. 1702/2013 e n. 3210/2018) il danno di immagine, derivante da reati contro la pubblica amministrazione, viene calcolato come “il doppio della somma di denaro o del valore patrimoniale di altra utilità illecitamente percepita dal dipendente”», prosegue Bertucco.
«Da tali sentenze risulta infatti che Giacino, oltre a farsi promettere, nel 2011, la somma di 1,27 milioni di euro per presunti lavori da eseguire nell’ambito del Piano degli interventi del Comune di Verona, aveva “costretto ed indotto” con abuso dei propri poteri, a corrispondere indebitamente 100 mila euro in contanti, nonché a versare, negli anni dal 2010 al 2013, 168.367 euro attraverso bonifici in favore della moglie Lodi Alessandra a saldo di fatture dalla stessa emesse, “facendo così figurare le dazioni tangentizie quale corrispettivo per attività di consulenza mai in realtà espletata, ovvero di entità assolutamente modesta e sproporzionata rispetto agli importi”. Il tutto per un totale di somme illecitamente percepite pari ad 268.367,00 euro».

L'assessore poi conclude: «Nel dispositivo si ripercorrono i punti salienti della vicenda, avviata da un esposto del sottoscritto. L’indagine penale aveva portato alla perquisizione dell’abitazione dei coniugi Giacino e da quel momento anche la Procura Regionale della Corte dei Conti aveva aperto un fascicolo. Viene ricordata poi la Commissione permanente dei Capigruppo, richiesta ancora dal sottoscritto, incaricata di svolgere la verifica delle procedure seguite dagli Uffici comunali interessati nell’ambito della pianificazione territoriale».

La Corte dei Conti specifica però che il Comune non si è opposto alla richiesta di ammissione a rito abbreviato presentata da Giacino, né avrebbe potuto farlo. 

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