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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

"Gardaland ci discrimina", rischio class action

Un mese di tempo per cambiare il regolamento, altrimenti la parola agli avvocati

Nubi minacciose all'orizzonte per Gardaland. Contro il parco divertimenti potrebbe infatti essere intentata una class action per discrimazione nei confronti delle persone affette da sindrome di Down. Tutto nasce da Lucrezia, dieci anni, cui è stato vietato di salire in una delle tante attrazioni del parco. Ma di casi simili, afferma la onlus CoorDown, dal 2006 a oggi se ne possono contare a decine.

"Ci diamo venti, al massimo trenta giorni di tempo - afferma Sergio Silvestre, coordinatore di CoorDown - se Gardaland non cambierà il proprio regolamento, sulla scia della disponibilità dei costruttori di rivedere le proprie norme tecniche, non potremo fare altro che intentare una class action per discriminazione".

La vicenda si sta evolvendo. Venerdì scorso in un incontro informale la Eas, associazione costruttori attrazioni stabili, si è detta disponibile a rivedere le proprie norme tecniche. In questo modo i responsabili dei parchi divertimento, presenti alla riunione con i propri rappresentanti, potranno cambiare i propri regolamenti. Secondo CoorDown "Gardaland non ha proferito parola", pur essendo presente con i propri legali. Intanto anche la politica si muove. E' stata presentata il 7 ottobre scorso dall’onorevole Maria Antonietta Farina Coscioni (Pd), segretario della commissione Affari sociali della Camera, una mozione, forte di ottanta firme bipartisan, che chiede al governo di impegnarsi a trovare una soluzione. In maniera tale che non si verifichino più casi di discriminazione nel parco divertimenti di Peschiera del Garda. Le interrogazioni precedenti al Ministro per le pari opportunità Mara Carfagna e al ministro Sacconi, infatti, non hanno ancora ottenuto risposta.

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