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Cronaca Negrar / Via Vittorio Veneto

L'ultimo saluto a Enrico Davolio, caduto in un dirupo con il suo quad a Ferragosto

Un corteo di quad ha accompagnato la bara dell'uomo sordomuto deceduto sul Corno d'Aquilio in Lessinia di ritorno da una festa a Fosse. La funzione funebre si è tenuta il 19 agosto al Santuario di Santa Maria di Negrar

Il 19 agosto si sono tenuti i funerali di Enrico Davolio, il 54enne emiliano ma residente a Negrar, caduto in una scarpata nei pressi del Corno d'Aquilio con il suo quad. Ad accompagnarlo, sotto la pioggia, dalle celle mortuarie al santuario di Santa Maria, una decina di quad con i fari accesi.

Così racconta L'Arena, che ha raccolto le testimonianze commosse degli amici riunitesi per salutare un ultima volta Enrico: "Era sempre pronto a far bisboccia con tigelle, prosciutto, lambrusco, tagliatelle e ragù; era solare, metteva allegria, gli piaceva ridere e far ridere, nonostante fosse diventato sordo gradualmente da quand'era bambino. Si era integrato bene, comunque, e non faceva fatica a comprenderci col labiale". In Valpolicella, si era trasferito per amore della moglie Loreta, anche lei sordomuta, con il quale ha avuto una figlia, ora quasi diciottenne. Sempre sulle pagine de L'Arena, anche i parenti sono rimasti sorpresi dal grande afflusso di amici giunti per commemorare Davolio: "Non immaginavamo che avesse tanti amici e che potessero venire a salutarlo alle celle mortuarie. C'erano anche persone che hanno interrotto le ferie per dargli l'ultimo saluto".

La funzione funebre, tenuta da don Enrico Ridolfi, è stata tradotta in linguaggio dei segni per permettere alla comunità di sordomuti presenti di non perdersi nulla della toccante cerimonia.

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