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Cronaca Grezzana / Via Coda di Alcenago

Frana di Alcenago, indagate almeno dieci persone. Il caso finì anche a Report

I fatti risalgono al 2011, ma le indagini sono tutt'ora in corso. La perizia dell'esperto evidenza il legame tra il processo di estrazione e il disastro ambientale. Nella bufera la Micromarmo Granulati srl

Due fazioni. Da una parte procura, Legambiente, Provincia e comitati cittadini, dall’altra la società di estrazioni Micromarmo Granulati srl. Stimo parlando dello “scandalo” della frana sulla collina di Alcenago che nel 2011 ha travolto l’esistenza degli abitanti di Sengie e non solo. Le indagini sono tutt’ora in corso, ma recentemente almeno dieci persone sono state iscritte nel registro degli indagati: nel mirino degli inquirenti, di fatto, si configurano proprietari, cavatori e tecnici. Chi non ha dubbi è invece Antonio Pastorello, Presidente della Provincia, che tra le prime iniziative per suo mandato ha infatti disposto di intentare causa alla Micromarmo Granulati srl per risarcimento danni per l’ammontare di 10 milioni di euro. Per coprire la cifra, come riportato da Corriere.it, era stata vagliata anche la strada del sequestro dei beni alla ditta, possibilità successivamente esclusa perché non avrebbe assicurato il risarcimento dato che il valore degli stessi risulta strettamente legato all’attività di estrazione.

Le contestazioni nei confronti di tecnici, cavatori e proprietari si basato tutte sull’inequivocabile perizia del professor Nicola Casagli, geologo dell’Università di Firenze, che ha posto in evidenza la correlazione tra i crolli nella cava e i movimenti franosi. La difesa della Micrimarmo srl verte invece sulla perizia di un proprio esperto, il geologo Rinaldo Genevois, che ha fermamente escluso la sussistenza di qualunque correlazione tra l’instabilità superficiale e i crolli avvenuti in setterraneo. Tempo addietro, della faccenda aveva parlato anche Report, la trasmissione di RaiTre condotta da Stefania Gabanelli. La giornalista in quell’occasione non aveva risparmiato critiche alla Regione Veneto parlando di “scempio ambientale” e imputando alle istituzioni locali di non aver “fatto da ben 32 anni un nuovo piano cave”.

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