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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Centro storico / Piazza Bra

Fondazione Arena senza soldi, gli allestimenti non si smontano. "Evitabile"

L'ente non riesce a pagare la ditta incaricata di smontare palco e platea che restano dove sono. PD: "Il Comune doveva stanziare tutti i 3 milioni previsti, non solo una parte"

Fondazione Arena non paga e gli allestimenti nell'anfiteatro restano lì dove sono. Nelle casse dell'ente non ci sono i soldi per smontare palco e platea e l'azienda incaricata ha smesso di lavorare. Una situazione imbarazzante che secondo il PD si sarebbe potuta evitare con un po' più di lungimiranza. "Prevedendo i tempi lunghi dell’iter di adesione alla Bray e del rilascio del Fus, il luglio scorso avevamo chiesto al consiglio comunale di erogare alla Fondazione Arena l’intero importo dei 3 milioni di contributo straordinario che la giunta di propria iniziativa aveva previsto di stanziare. Ciò avrebbe probabilmente evitato l’attuale crisi di liquidità che vede la Fondazione Arena impossibilitata a provvedere al disallestimento dell’anfiteatro", hanno scritto i consiglieri comunali Michele Bertucco ed Eugenio Bertolotti.

"Non ci inventavamo niente - continuano i due consiglieri PD - la stessa richiesta era stata formulata anche dal commissario Fuortes. Invece l’amministrazione, con una maggioranza consiliare come al solito supina, ha deciso di dare soltanto metà della somma rimandando il resto ad ulteriori e non meglio precisate valutazioni. Vale ricordare che il ritardo con cui venne erogato questo sia pur parziale contributo straordinario determinò il rosso di bilancio nell’esercizio 2015. Temiamo non si sia trattato di una svista o di una dimenticanza poiché venne erogato in ritardo anche il contributo ordinario del Comune alla Fondazione Arena, tanto è vero che il commissario si rifiutò di mettere in bilancio sia l’uno che l’altro".

L'unica soluzione che resta secondo Bertucco e Bertolotti è lo sblocco dei finanziamenti della legge Bray, quantificabili in 10 milioni di euro, che non solo risolverebbero l'attuale crisi di liquidità, ma permetterebbe la programmazione di una stagione di rilancio della fondazione. "È necessario - concludono i consiglieri PD - che la fondazione sia guidata da persone capaci che sappiano quello che stanno facendo e che credano nella possibilità di rilanciare il nostro teatro. Ad essere maliziosi notiamo che nel marzo 2016 era ancora in sella il disastroso Girondini per salvare il quale Tosi era disposto a tutto. Con l’arrivo del commissario questa necessità venne meno, come conferma anche il tira e molla da lì a poco inaugurato da Fabio Venturi, altro fedelissimo del sindaco, sulla riconferma dei contributi di Agsm. Segno evidente che non è il bene della città che smuove le azioni di questa amministrazione, ma il bene degli amici e dei consociati".

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