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Cronaca Centro storico / Piazza Bra

Crisi Fondazione Arena, Carlo Fuortes torna a Roma e incontra Franceschini

Il commissario Carlo Fuortes dopo il colloquio di lunedì con Tosi, Girondini e Tartarotti, ha già fatto armi e bagagli ed è rientrato a Roma per illustrare la situazione di Fondazione Arena al ministro Dario Franceschini che lo aveva nominato

Veni, vidi, vici, Carlo Fuortes dopo l'incontro con gli ex vertici decaduti di Fondazione Arena, Tosi e Girondini, e il direttore operativo Francesca Tartarotti che si è tenuto lunedì 18 aprile, è già rientrato a Roma. Sull'effettivo successo della sua missione in terra scaligera ovviamente è troppo presto per esprimersi. Di certo ha destato un po' di sorpresa la fugacità della sua visita, considerando il momento critico che la Fondazione sta attraversando.

Gli stipendi dei lavoratori del mese di marzo, avrebbero dovuto essere saldati entro la metà di aprile, ma ancora non sono stati pagati, il clima di incertezza la fa da padrone e perlopiù con il commissariamento dei giorni scorsi, l'ente lirico si trova al momento senza consiglio direttivo. Insomma non proprio un bellissimo momento. Ma tant'è il neo commissario nominato dal ministro Franceschini con ogni probabilità sarà rientrato a Roma con l'intenzione, dopo i colloqui veronesi, di approfondire carte e scartoffie, nel tentativo di trovare una via d'uscita alternativa alla liquidazione coatta dell'ente.

E proprio con il ministro dei Beni e Attività Culturali, stando a quanto riportato dal quotidiano L'Arena, Carlo Fuortes avrebbe già avuto ieri un primo incontro per illustrargli la situazione, o quantomeno le prime impressioni ricavate dalla sua visita in terra scaligera. E all'incirca la situazione, stipendi dei lavoratori a parte, dovrebbe essere questa: 24 milioni di debiti da saldare con i fornitori e le banche, cause per l'assunzione che all'incirca 40 lavoratori stanno muovendo contro Fondazione Arena e la pressoché totale impossibilità di ripartire nelle trattative sulle basi di un accordo che, pur trovando il consenso di Cgil, Cisl e Uil, aveva di fatto diviso in due tronconi il popolo dei lavoratori chiamato ad esprimersi attraverso un referendum.

A tutto ciò va poi aggiunto che la stagione degli spettacoli in Arena si avvicina sempre più: per il 24 giugno è, o sarebbe, prevista la prima della "Carmen", e poi via di seguito con Aida, Traviata, Turandot, insomma il solito ricchissimo programma cui si è abituati da innumerevoli anni. Ma lo scoglio fondamentale è costituito dalla data del 30 giugno, termine entro il quale il commissario Franco Fuortes dovrà tornare a Roma, carte alla mano, per dimostrare che effettivamente sussistano le condizioni all'interno di Fondazione Arena per poter accedere ai contributi per il risanamento della stessa, previsti dalla Legge Bray. Allora, e solo allora, sapremo se anche il commissario Fuortes potrà legittimamente intestarsi la storica frase che Gaio Giulio Cesare pronunciò nel lontano 47 a.C.

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