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Cronaca Borgo Roma / A4

Si fingono poliziotti per rapinare gli automobilisti sulla A4: arrestati sei truffatori

Gli agenti del comando di polizia stradale del Veneto hanno arrestato sei truffatori tra Padova, Vicenza e Verona. I delinquenti operavano nelle aree di servizio dell'autostrada dove, fingendosi poliziotti, eseguivano furti nelle vetture degli automobilisti in viaggio

Continuano i controlli delle forze dell'ordine sulle strade del territorio veronese, per contrastare i fenomeni di microcriminalità e per rendere più sicuro il traffico sulle arterie provinciali. Non tutti i posti di blocco, però, sembrano essere autentici: nei giorni scorsi, infatti, poteva anche succedere di venire fermati da un gruppo di "finti poliziotti".

SULL'AUTOSTRADA - Gli agenti del comando di polizia stradale del Veneto, proprio oggi, hanno dato la notizia alla stampa di sei arresti avvenuti nella zona tra Padova, Vicenza e la stessa Verona. I delinquenti operavano nelle aree di servizio dell'autostrada dove, fingendosi una pattuglia di poliziotti, eseguivano controlli nelle vetture degli automobilisti in viaggio. Il gruppetto di malviventi rubava soldi ed oggetti di valore dalle auto fingendo controlli di routine. Gli agenti "veri" hanno sequestrato 10.500 euro e 10.000 franchi svizzeri, patenti di guida albanesi, permessi di soggiorno spagnoli contraffatti e 4 autovetture. L'arresto è stato convalidato e i sei delinquenti resteranno in carcere. 

LA DINAMICA - Le rapine agli automobilisti, per di più stranieri, erano effettuate da cittadini dell’Asia Centrale e Mediorientale (Iran, Afghanistan, Pakistan, Turchia) che, spacciandosi per appartenenti alle forze dell’ordine, imperversavano in tutto il nord d’Italia. Nell’ambito delle indagini, la postrada di Verona Sud aveva accertato che i falsi poliziotti viaggiavano a bordo di auto simili a quelle in uso alle forze dell’ordine e, dopo essersi qualificati come agenti di polizia o carabinieri, esibivano alle vittime in transito lungo la rete autostradale falsi distintivi per farsi poi consegnare, durante il "controllo", documenti e denaro. Una volta in possesso delle banconote, col pretesto di verificarne l’autenticità, si allontanavano per poi dileguarsi con il denaro e le chiavi del veicolo delle vittime. Le azioni erano sempre compiute con il supporto di una vettura civetta che segnalava l’arrivo di vere pattuglie della polizia stradale.

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